Se la la title track è basata sulla poliritmia abodan, un ritmo tradizionale ivoriano che accompagna i suoni sincopati e melodiosi del basso, mentre piano, balafon elettrico e tromba ci portano in un universo immaginario, numerose sono nelle altre tracce le contaminazioni con il jazz fusion, funk e rap.
Manou Gallo mette il suo basso al centro di questo album, potente e protagonista. Un omaggio speciale è rappresentato dalla sua versione di Soul Makossa di Manu Dibango che compie 50 anni nel 2023: "Hai fatto sognare un'intera generazione e sono orgoglioso di riprenderla. Grazie Papa Manu Dibango per il tuo sorriso, la tua gentilezza, il tuo sostegno e il tuo umorismo", continua.
Originaria della Costa d'Avorio e residente da venticinque anni in Belgio, polistrumentista, cantante e ballerina dei Woya, uno dei gruppi più famosi della costa ivoriana, Manou Gallo ha attraversato l'Africa per lunghi tour. Nel 1997 arriva in Europa e diventa la bassista delle Zap Mama esibendosi nei più prestigiosi club e festival europei e americani. Nel 2003 intraprende la carriera solista e un anno dopo registra l'album Dida (Zig Zag, 2004), a cui fanno seguito Manou Gallo (Zig Zag, 2006), Lowlin (Zig Zag, 2009) e il sopracitato Afro Groove Queen (Contre-Jour, 2018).
Dal vivo si esibisce con diverse formazioni come Manou Gallo Women Band, Groove Orchestra, Acoustic Africa e Music Machine, e grazie alla presenza scenica e incredibile tecnica è una delle leader mondiali della scena afro-europea.
Eccezionale virtuosa del basso, tra i tanti musicisti che ha affiancato, in studio e dal vivo, ci sono anche Bootsy Collins, Marcus Miller, Wyclef Jean. Nel 2022 ha ricevuto un premio in Benin come miglior strumentista africana.