Michio Kurihara è un esegeta psichedelico particolarmente generoso e gentile. Uno che ama fuori misura la propria privacy. Perennemente alieno a qualsiasi logica del music biz. Membro fondatore dei Marble Sheep alla fine degli Ottanta, il chitarrista è attualmente parte del collettivo Ghost, ma in tutti questi anni (circa una ventina) ha collaborato almeno a una dozzina di progetti altrui tra i quali The Stars, Cosmic Inventino, White Heaven, Yura Yura Teikoku e soprattutto Damon & Naomi (i boss della 20/20/20). Trovarlo nelle liner note è una gara dura, eppure chi lo conosce bene lo distingue dalla prima nota perché Kirihara è un Robert Fripp romantico (?) dagli intrecci rigorosi ma addolciti da una personalità mite, di quei caratteri che amano la scanzonatezza della natura e qualche goccia di Glenn Branca pensiero a contrasto (??). Uno spirito pop ondivago, e meno contraddittorio dei punti di domanda appena messi tra parentesi, che la ristampa di Sunset Notes (uscito in origine nel 2005) restituisce in una serie di scatti lo-fi, antivirtuosi, forse un po’ troppo umili e ovviamente lontani dai riflettori di qualsiasi tribù (che siano freak, prog, new age o pop). Nei due momenti cantati del disco la musa si chiama Ai Aso (il valzer Wind Waltzes e la folkish The WInd's Twelve Quarters entrambe pressoché per chitarra e voce), e la pop star è l’unica vanità che il chitarrista s’è concesso, il resto è per lui: una mente, due chitarre sovraincise e una manciata d’appunti, tipo il rebus di una Do Deep-Sea Fist Dream Of Electric Moles, tra un hard rock à la Jack White/Robert Fripp e un riff da soundtrack ottimista in netto contrasto (molto bella); la tecnica frippertronic di Pendulum On A G-String (di maniera), la noise-delia di Canon In C (C Is For Cicada) (d’obbligo), e persino un country piuttosto garagista-morriconiano in Twilight Mystery Of A Russian Cowboy (esercizio di stile). Un volto intimo si scopre invece nei sette minuti di The Old Man And The Evening Star (in figerpicking) e in Boat Of Courage (in arpeggio cristallino). La gioia delle piccole cose appartiene alla prima traccia, con Kurihara a premere il pedale sull’effetto sliding crimsoniano, ancora più raggiante. Qui casa vuol dire un riff che sa di saga di vite lasciate al loro destino. Perché c’è gente avulsa dal proprio destino e Michio è uno di questi. Non badate al voto (6.5/10), se siete sintonizzati vi ci affezionerete e se volete sentirlo in versione - a contrasto - dark-side-metal allora portatevi a casa Rainbow, la sua collaborazione con il trio Boris (Drag City, 2007). www.marby.or.tv/index-e.htm www.myspace.com/marblesheep