Infatti, dopo lo straordinario “Turn Out The Stars”, basato su brani e spirito di Bill Evans, stavolta Martin affronta un repertorio di proprie composizioni che tengono conto di un mondo stilisticamente variegato, in cui Brasile, Europa e America si intrecciano felicemente. Questo grazie anche alle eccelse qualità interpretative dei suoi compagni di viaggio. ANAT COHEN è considerata la miglior clarinettista della scena mondiale e può già vantare due nomination ai Grammies; la sua maestria è tale da permetterle di muoversi in ambito jazzistico e brasiliano con pari efficacia, sempre al servizio di un notevole lirismo. GARY VERSACE è sempre più richiesto per le sue qualità di pianista e organista; ha suonato, fra i tanti, a lungo nell’orchestra di Maria Schneider, e poi con John Scofield, John Abercrombie, Kurt Elling evidenziando un forte senso dello swing e un’incessante creatività. MATT WILSON è semplicemente uno dei massimi batteristi del mondo, a suo agio dal trio alla big band, e in qualsiasi stile immaginabile. Difficile trovare qualcuno con cui non abbia suonato. Ogni suo concerto è uno spettacolo per gli occhi, oltre che per l’udito. MARTIN WIND non può che esaltarsi al fianco di simili musicisti. La sua carriera parla di un itinerario composito, che l’ha visto affiancare artisti classici come Gidon Kremer, Mstislav Rostropovic e Renee Fleming, pop come Sting, e jazzisti del calibro di Pat Metheny, Lalo Schifrin, Hank Jones, Bill Mays, Philip Catherine, Benny Golson, Michael Brecker e Scott Robinson. Martin appare in oltre venti dischi da leader e sideman, e compone regolarmente per colonne sonore e orchestre anche sinfoniche. Proprio con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha realizzato il progetto su Bill Evans, definito dal leggendario Paquito D’Rivera “disgustosamente meraviglioso”.
Quartetto di straordinaria intensità espressiva, “Light Blue” è una perfetta fotografia del mondo musicale contemporaneo, con in primo piano una qualità fondamentale: l’emozione.