. La casa editrice Morr Music cita infatti come figure guida Laetitia Sadier, Stevie Nicks e Robert Smith. Niente elettronica quindi: sono le chitarre a far da padrone, in un disco molto rock, addirittura blues in due brani, Hawaii, corretta con sonorità shoegaze, e Take your time, unico brano in cui appare una tromba, in deroga alla strumentazione minimale degli altri pezzi. Crooked dreams e soprattutto One step sono invece i brani più assimilabili alla new wave, per i ritmi scanditi della batteria e gli arpeggi reiterati della chitarra. Fishing buddies, ripresa nel finale in una versione più classicamente pop, si potrebbe definire un calipso. Call my name è il brano più scabro e minimale, qui le chitarre sono acustiche nell'intro per poi elettrificarsi. Forte differenza coi dischi precedenti è la sostituzione del battito ossessivo scandito elettronicamente con una classica batteria, sempre però molto semplice nelle figure ritmiche. Un disco nella scia di cantautrici americane come Shannon Wright o Nina Nastasia, ma più solare rispetto alle colleghe d'oltreoceano; buona la vena compositiva e la capacità di svariare nei filoni del rock. Artista poliedrica, è anche co-regista dei video tratti dai suoi dischi. I testi di Masha Qrella sono comparabili alla musica che compone: minimali, composti da frasi brevi, riferiti ad esperienze quotidiane ma in maniera un po' ermetica. Nella confezione è riportato che il disco è stato realizzato grazie a fondi pubblici, se succedesse in Italia chissà che scandalo su quei giornali che tacciono scandali ben peggiori. www.mashaqrella.de