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MATT WALDON

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Torniamo felicemente ad occuparci di Matt Waldon per raccontarvi della pubblicazione di questa sua ultima fatica: un disco bello, un album maturo, saldamente espressivo e ben congegnato. Canzoni e ballate che sono piccoli acquerelli con le tinte dei blu, dei verdi scuri, i viola e le ombre che riflettono oceani di sogni e visioni per spazi elastici, sciarpe soffici per notti sotto le stelle; con varchi per spiragli di luce e le riflessioni della coscienza. All'ascolto del cd potremmo giurare che il ragazzo arrivi da qualche angolo del midwest o da qualche cantone canadese, anche se non manca qualche umore crepuscolare dalla sapidità south-ballads; ma, per coloro che non lo sapessero, dietro la sigla Matt Waldon scoviamo un artista di casa nostra: Matteo Baldon, arriva dalla provincia di Rovigo e, tra i cento eroi che frequentano i suoi ascolti musicali giovanili, s'infiamma per Ryan Adams e forma la sua prima band, i Miningtown, con l'idea di sagomarne la tribute band intrecciando Whiskeytown e i Cardinals strizzando l'occhio anche a Jeff Tweedy. Poi è sopraggiunta la scelta di una strada personale alla ricerca dei propri orizzonti; di lui ne avevamo parlato qualche tempo fa in occasione della presentazione del suo primo album solista Oktober, un disco autunnale con ballads dall'humus brumoso e che ci ha attratto e ben impressionato. Oggi arriva nei nostri cd-player questo Learn To Love a confermare le buone opinioni e palesa una crescita e una coesione che gli danno una veste adulta, matura. Senza sgomitare o fuochi artificiali, ma con sobrietà e onestà, facendo sì che siano le canzoni ad essere protagoniste e a raccontare pagine di vita ed suggestioni intrecciate in musica. Va rimarcata la presenza di Kevin Salem ad affiancare con chitarre e suggerimenti preziosi l'amico Matt. E Kevin, musicista per musicisti, non è uno qualunque! è un outsider che vanta produzioni e contributi di lusso: Giant Sand, Howe Gelb, Marc Chon, Peter Paul & Mary, Emmylou Harris, Mercury Rev and others oltre a una affermazione in proprio (anche se parca di titoli: Soma City, Glimmer, Ecstatic, It's Only Life). Come Oktober anche Learn To Love continua a privilegiare tinte vespertine fin dalla copertina lasciando al cielo sullo sfondo la speranza di una luce color redenzione, una percezione che troverà conferma nello scorrere delle dieci tracce che alternano ombra malinconica con carezze di luce speranzosa; ecco la sensazione che emerge dall'ascolto di questo cd è l'energia rigeneratrice dell'aspettativa della luce che arriva oltre l'oscurità. Si parte dall'ouverture di Broken, ballad: suggestioni tremolanti, livide, scivolose, orizzonti lontani eppure così vicini. Subito dopo arriva la gradevolissima Learn To Love, una mid-ballad dai guizzi argentei con la risplendente chitarra di Neal Casal a coronare il sogno di Matt di aver con sé l'amico per il quale ha aperto e condiviso più di una data. You Can Run As Far, la notturna Devils On The Freeway, gli ondeggiamenti folkye di Fast Clouds con la doppia voce di Samanta Gorda e la 12 corde di Salem e Moon Kills Sun sono brani dalla granulosa architettura agrodolce sotto le cui ceneri cova una scrittura dal tratto primigenio, grani di inquietudine arcaica; c'è un po' di Jeff Black, ma anche l'allungamento di ombre che proiettano i lineamenti di Steve Earle. Under Your Breath, song scelta come singolo è una piccola perla, con quel violino che disegna malinconia e inquietudine, la chitarra di Kevin Salem a ricamare sabbia e sale, polvere e tramonti, per un brano suggestivamente accattivante. The heart Is A Lonely Hunter è una song di grande pathos, forse quella che più mi piace: un'armonica magica, la slide di Enrico Ghetti, quegli spazi epici, così incisivi, che rimarcano tensioni emotive e rilanciano il sasso nello stagno lasciando alle onde sulla superficie l'espansione caracollante dei turbamenti. Bella anche la cover di New York City di Keith Caputo (ex front man dei Life Of Agony), una ballad cruda, ma di forte magnetismo. Infine, con la conclusiva Sweetness, speranzosa e fiduciosa, ritroviamo il passo per guardare alle luci dell'aurora, là in fondo alla pianura, dove sorge il sole. www.mattwaldon.com

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