MAZZY STAR So Tonight That I Might See ((Dapitol) Erano orami quattro anni, dal 1988 e da una piccola perla oscura chlamata "She Elangs Brightly" che i Mazzy Star avevano fatto perdere le oropne tracce, abbandonando una schiera di pochl ma fervldl ammlraton, tra l e quali il sottoscritto, alla desolante prospettiva di un futuro orfano del loro e ammaliante country blues malato di psichedelia. Pm, qualche mese fa, . I'uscita delle struggente singolo. "Five Strings Serenade" cover del mi- G sconosciuto classlco di Arthur Lee, aveva nacceso qualche fiebile speranza, ora confermata dall'arrivo nei negozl dl questo 'So Tonight That I Might See" loro opera seconda e brillante almeno quanto la precedente. G Fortunatamente, ben poco sembra essere cambiato nelePianeta del Mazzy Star, i quali, lontani da qualsiasi interesse o nevrosl aa classifica hanno G costruito il lore nuovo lavoro canzone dopo canzone, adattando i tempi di composizione al ritmo delle loro vite tranquille e disordinate. Dall iniziale, meravigliosa, "Fade Into l ou" smo alla title track, mantra e velvetiano che chiude l'album, queste sono canzoni nate di mattina„appe- e na svegli, godendo, dopo una notte di eccessl, la calma del nuovo plorno S attorno al tavolo della cucina, o al tramonto, mentre ll sole colora dl rosso il cielo sopra un vecchio cimltero. G Hope Sandoval canta sempre con la voce di un fantasma dal cuore spez- G zato (senza dubbio la voce definitiva della malinconla, Hope e la Emlly G Dickmson della generazione "Narcolettica")3 mentre la chitarra del buon G vecchio David Roback intesse gentili melodle sullo sfondo. G Malinconici fantasmi di periferia, i M.S. sono l'ultimo anelito di cultur gotica (e per gotico inten o Edgar Allan Poe o Nathanzel Hawthorne no certo i Cristian Death) nella musica pop americana e come Taylor Parke ha sottolineato sulle colonne del Melody Maker: "Se il Rock and Roll morto ... auesto (disco) è la luna sulla sua tomba". Disco dell'anno. No contest.