Nel 2009 una sconosciuta band di Kinshasa formata praticamente da soli paraplegici, gli Staff Benda Bilili, scoperta da un produttore discografico belga, pubblicò due ottimi albums di musica tradizionale congolese e rumba cubana per poi sciogliersi nel 2013. Ispirati dalle difficoltà e guidati dalla musica, due anni dopo, dalle ceneri di quella band, due di loro, Theo Ntsituvuidi e Coco Ngambali (voce e principale compositore), porteranno in vita i Mbongwana Star (ovvero“cambiamento stella”), una band di disabili, mercanti di strada e senzatetto, quasi tutti di Kinshasa, con la comune voglia di “evadere” dalle continue guerriglie tra miliziani, ribelli e gruppi tribali, da una struttura sanitaria al collasso e dalla piaga secolare della malnutrizione. Venendo al disco, bastano pochi minuti e il loro esordio ci sembrerà fin da subito uno dei più “spiazzanti” ascoltati negli ultimi tempi, una originale miscela sonora che si rifà tanto alla tradizione afro-congolese quanto a certi contesti new wave impantanati tra elettronica, funk e atmosfere synth/post punk (determinante nella parte “moderna” l`apporto del bassista/produttore irlandese, unico non congolese, Liam Farrell). Tradizione e modernità che segue in parte le orme dei Konono N°1, altra band di Kinshasa che dieci anni fa partorì, sebbene con minor originalità e compiutezza artistica, un mix intrigante di rumba africana, elettronica e amplificazioni.