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MICHAEL BRECKER

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Michael Brecker Michael Brecker fa senz'altro parte dei cosiddetti epigoni coltraniani del sassofono. Dal punto di vista del fraseggio, del timbro e dell'idea compositiva sono numerosi i legami col grande musicista di Hamlet. Eppure, tra i tanti epigoni, è senza dubbio uno dei pochi, forse insieme ai soli Dave Liebman e Gato Barbieri, ad aver sviluppato allo stesso tempo una sua personalità strumentale ben riconoscibile. Fluidità, precisione e agilità sono solo alcune delle caratteristiche riconosciute del suo spleen sassofonistico. A ciò si aggiunga una capacità fuori dal comune di adattarsi ai contesti più diversi, laddove tecnica e inventiva, eclettismo e linguaggi eterogenei si fondono in una musica i cui orizzonti si espandono spesso a dismisura. Una voglia d'avventura, dal punto di vista creativo, che negli anni scorsi lo ha portato anche a misurarsi con uno strumento dalle mille possibilità e dai mille "tranelli" come L'EWI, Electronic Wind Instrument, il sassofono digitale inventato da Nyle Steiner. Le premesse per un futuro professionale roseo e fortunato erano già tutte nella famiglia e nel DNA di Brecker, il quale con un padre pianista, una sorella interprete classica ed un fratello maggiore, il notissimo Randy, trombettista jazz, ha avuto in qualche modo la strada spianata ed il futuro segnato. Strada e futuro a cui comunque ha dato una bella mano, impegnandosi fin da bambino in una serie di studi musicali rigorosi e diversificati(oltre ai sax, Mike sa suonare anche clarinetto, suo primo strumento, flauto, piano e batteria). Il suo primo ingaggio professionale è arrivato intorno ai diciotto anni, all'interno dell'orchestra di Rhythm and blues di Edwin Birdsong. A questo punto, Brecker si è già trasferito a New York dalla natia Philadelphia, seguendo le orme del fratello Randy, all'epoca già apprezzatissimo session man. Sul finire degli anni sessanta si mette insieme al grande Billy Cobham e al chitarrista John Abercrombie per formare i Dreams, un gruppo e un sodalizio artistico che sviluppa i germi del jazz-rock e andra' avanti fino al 1973. E' il momento per Mike Brecker di affrontare una lunga serie di ingaggi nelle vesti di session man, lavoro che praticamente non abbandonerà mai e che fin dall'inizio gli permette di collaborare tra gli altri con James Taylor, Horace Silver, Paul Simon... Nel 1977 forma insieme a Randy la ditta Brecker Brothers che voleva dire un gruppo musicale anticipatore di tanta fusion successiva, ma anche una sezione fiati sempre pronta per il lavoro in studio, ed un duo di soci nella cogestione di un locale come il Sevent Avenue South, certamente un club per appassionati di buona musica, ma anche un vero e proprio laboratorio delle sperimentazioni di una certa ala di musicisti newyorkesi degli anni settanta, tra i quali: Steve Gadd, Eddie Gomez, Don Grolnick, Joe Beck, Jon Faddis, Mike Manieri, Ronnie Cuber. Proprio da questo nucleo di musicisti viene fuori il progetto cardine della fusion anni ottanta, ovvero gli Steps Ahead, un progetto del quale Michael Brecker si fa carico insieme al vibrafonista Mike Manieri, al bassista Eddie Gomez, al pianista Don Grolnick e al batterista Steve Gadd(questi ultimi sostituiti in un secondo tempo rispettivamente dalla tastierista brasiliana Eliane Elias e dal drummer Peter Erskine). Quella degli Steps Ahead si rivela una fucina di idee innovative e seducenti. Nei tre album registrati insieme a Manieri e compagni, Brecker dimostra di essere oramai diventato un luminare della nuova musica di contaminazione, firmando composizioni, trovando acute soluzioni d'arrangiamento e improvvisando con grande fantasia. Negli anni novanta, archiviata la pratica Steps Ahead, Brecker si dedica ad una mirata produzione solistica, contraddistinta vieppiù da un ritorno sostanziale alla dimensione acustica, ed alla solita fertilissima attività di professionista della musica, capace di rispondere alle chiamate delle più importanti stars di qualsivoglia genere musicale.

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