Brano d’apertura dell’album, "Troubled Son" è un pezzo indie rock, perfetto per i palchi dei festival. "Riguarda la lotta che tutti affrontiamo nella vita", ha dichiarato Miles in merito al significato del singolo “A volte riusciamo a tenere insieme le cose e a volte no. Questo sono io, che riconosco i miei difetti e le mie paure e condivido il percorso che sto facendo mentre cerco di capire le cose.” Girato al pub Young Prince di Londra e interpretato dall'attore britannico James Buckley, il brano è accompagnato da un video diretto da James Slater. Guarda il video di "Troubled Son” QUI.
Miles torna alla chitarra in One Man Band e si concentra sulla linea melodica e giri di grande respiro. Tagliente, contagioso e pieno di passaggi da cantare: è Miles al top della forma. Un disco profondamente personale, in cui Miles torna a Liverpool per lavorare all'album, ritrovandosi a riflettere sul suo viaggio.
"Realizzare l'album a Liverpool con la mia famiglia mi ha davvero aiutato a tirar fuori ciò che avevo dentro", ha detto Miles in merito al processo di scrittura. “Non abbiamo lasciato nulla al caso. A volte devi tornare indietro per andare avanti, e questo album mi ha aiutato a riscoprire perché ho preso in mano una chitarra in primo luogo. È come una giacca di pelle nuova di zecca, ma in qualche modo familiare. Un crogiolo confortante di tutta la musica che mi ha ispirato e continua a ispirarmi ogni giorno”
Registrato nei nuovissimi Kempston Street Studios, Miles ha collaborato con il produttore di lunga data James Skelly dei The Coral. Dopo che Miles ha scritto la contagiosa title-track dell'album e la nebulosa "Ransom" si è messo in contatto con Tom Ogden dei Blossoms e Keiran Shudall dei Circa Waves, così come con Andy Burrow e l’amico di scrittura Jamie Biles per mettere insieme le tracce.