Lodevole l’impegno politico, che credo non t’abbia poi mai abbandonato ma che dalla cover di “Filth Pig” in poi è stato sempre più manifesto, prima mettendo nel mirino W., poi Trump, e che ti porta ad essere uno degli ultimi residuati di culto ad alzare la voce sui tuoi album, soprattutto di questi tempi che sembra a nessuno (o a ben pochi) interessi più metterci la musica (corrispettivo della faccia), anche se un po’ esagerando, ma va bene, va bene, l’eccesso è sempre stata roba tua. Peccato per il resto, che il terrore che seminavano dal punto di vista sonoro i Ministry è finito ritirato in un cassetto, per far spazio a questa vena metallona sin troppo abusata, però, però, “Moral Hygiene” non mi sento nemmeno di buttarlo nel cesso come ho fatto con gli ultimi quattro o cinque, scusa se esagero io, ora, ma è lì che sono finiti.