MIRASPINOSA Duel Dei Miraspinosa avevamo quasi perso le tracce. Artefici (ormai tre anni orsono) dell'interessante debutto "Aghàr Piàr Milegha" (uscito per la Sonica Factory, all'epoca ancora legata al Consorzio), Filippo D'Este e Mirka Valente finirono per passare inosservati in mezzo a un 'mare magnum' di nomi promettenti ma dal futuro prevedibilmente incerto (Estasia, Il Grande Omi, Divine...). Superato un periodo piuttosto difficile ed accasatisi presso la Audioglobe, i due musicisti veneti sono ora nuovamente tra noi con un album che mette in risalto, più ancora che in passato, una componente elettronica raffinata ed eterea, che si abbina con eleganza alle radici delicatamente folk che ricordavamo. Diviso in una prima parte oscura e in una seconda più ottimista, "Duel" stupisce fin da subito con il mantra crepuscolare di "Fallen" che, se non conoscessimo l'identità del gruppo, potremmo benissimo scambiare per una pregiata 'outtake' dei Dead Can Dance. Ma ben presto ci accorgiamo che le atmosfere dark sospese tra sogno e misticismo fanno ormai irrimediabilmente parte del Dna del gruppo e se "Overflow" ci fa venire in mente il Battiato futuristico di "Gommalacca", in episodi come "Peregrinare" o "Insane" non possiamo che constatare il benefico influsso della scena neofolk, dai Death in June agli Ordo Equitum Solis. Un'evoluzione insolita e intrigante, dunque, che ottiene forse i risultati migliori in due brani come "Va tutto bene" e "Mantras" dove, lasciate per un attimo sullo sfondo le fredde tecnologie digitali, la suggestiva vocalità di Mirka Valente può finalmente librarsi in tutta la sua bellezza nelle acque cristalline di un torrente acustico. Piccola gemma di luce che si fa avanti nella notte del rock italiano.