Definito da Fellini “uno dei più grandi maghi che il cinema mondiale abbia mai avuto”, da Antonioni “fra i migliori registi del cinema contemporaneo, capace di bellezza e perfezione”, da Tarkovsky “l'uomo della poetica paradossale e della libertà”, Serghei Paradjanov incarna davvero una delle vette poetiche dell'espressione su pellicola. Colpevole di così forte bellezza e libertà da essere stato perseguitato e rinchiuso in carcere dal regime sovietico per omosessualità, egli è una vittima del'ottusità e della convenzione. Paradjanov possiede uno sguardo unico, totale, e gode del privilegio di un'altissima intelligenza artistica capace di una sintesi perfetta fra teatro e mitologia, fra immagine e forza narrativa, fra sogno e premonizione. Ogni suo film è unico. È un cinema di straordinario respiro che attraverso il ricorso a categorie archetipiche, riesce a raccontare con immaginifica drammaturgia i temi fondamentali del pensiero, del sentimento, dell'etica. Il suo cinema è oracolare e leggendario. La celebre tecnica dei “Tableau Vivant” di rara perfezione formale e di pulsante simbolismo ha reso inimitabile il suo cinema. Inquadrature al limite del sogno, teatro rurale, tradegia mitica, della danza e del gesto simbolico, perfezione del dettaglio, fascino per la tradizione profonda e mistero, sono le forze impeccabili di un cinema trascendente. Sayat Nova è da molti ritenuto il suo più alto capolavoro. Film del quale, subito e spesso, perdiamo e ritroviamo la trama narrativa, “il colore del melograno” ci conduce in un luogo profondo e spirituale dove la vicinanza di cielo e terra trovano nella ambientazione Georgiana e Armena la collocazione ideale. In questa riduzione la successione dei “Tableau Vivant” di Sayat Nova viene investigata dalla musica di Mistaking Monks. Sorprendente per la modernità simbolica, questa relazione tra musica e immagine non può essere didascalica, tanto grande è la forza delle immagini. Si tratta quindi di una rilettura, in chiave forse contemporanea, profonda e reciproca fra le due parti. Immagini con forza drammatica trovano nella musica una sorta di traduzione, di conduzione, di esplicazione ad altro livello. Come una mitologia guardata alle spalle, invece che dalla prospettiva post moderna, come una spinta pervasiva e un abbraccio totale. (g.m.) www.myspace.com/cristianocalcagnile www.xabieririondo.com www.myspace.com/xabieririondo www.amiranirecords.com www.myspace.com/giannimimmoamirani