I Montana vengono da lì, da Fano, e “La Stagione Ostile” è il loro terzo album. La nostra costa est ha affinato la tecnica negli anni, attraverso album, nuove bands on the block, concerti, etichette, e questo disco ne è la naturale evoluzione. Non un punto d’arrivo, ma sicuramente un risultato eclatante. Dieci tracce di punk rock cupo, irritabile e muscoloso in uscita questo mese per Sonatine (Fano, label di Francesco, cantante del gruppo), Crapoulet (Francia) e To Lose la Track (Umbertide). Dopo gli altri due full length “Debuttanti” e “Spergiuro“, i quattro marchigiani riescono caparbiamente nell’intento di trovare altra oscurità ed angoscia da instillare nelle loro note, facendo risuonare “La Stagione Ostile“ come un lucido masso di serpentina che cade dalla sommità di un dirupo su una pietraia umida ed insidiosa, sbriciolandosi in piccoli pezzi taglienti.
La sfacciataggine dei Semenzara incontra nei Montana la foga degli Un Quarto Morto, entrambe band della zona nelle quali hanno militato gli attuali membri del gruppo, e il risultato non poteva essere diverso da questo. La batteria ricorda molto il d-beat innescato negli stacchi più veloci degli His Hero is Gone, mentre i frangenti in stoppato sono pieni ed affamati come quelli degli ultimi Discharge, ascoltatevi Retaggio o Ventinove e provate a non darmi ragione. Una rampogna senza fine, quasi ossessiva è Giudizio, che può essere adottata come la canzone da soffondo al vostro stato d’animo quando il capo vi chiede di rimanere mezz’ora in più in ufficio perché “vi deve dire delle cose”, ed è un brano pieno, a differenza di Traguardo, molto più grattata e ragionata, se vogliamo.
Azzardo invece è l’epitaffio ideale sulla tomba della svogliatezza attitudinale dei cosiddetti ambienti alternativi o radical chic italici: “Ora che l’hai ottenuta ti viene il dubbio che di troppa libertà non sai che fartene“. Conflitti su conflitti, cane mangia cane: l’iniziale Mira è un manifesto alla sfida che ogni giorno lanciamo nei confronti della codardia.