Morgan O'Kane Pendulum Con tutti i nuovi generi musicali spesso inventati dai media per creare qualcosa di "nuovo", si ha la sensazione che il pozzo della tradizione della musica roots sia rimasto a secco. A volte però artisti come Morgan O'Kane ti ricordano che la tradizione della musica americana è ancora viva e vegeta e continua ad influenzare centinaia di band e songwriter. "Fast & Furious" Morgan è nato e cresciuto a Charlottesville in Virgina (nel pieno degli "appalachians") la regione forse meglio conosciuta in tutti gli States per le old time ballads, per il bluegrass e per tutta la musica suonata con il banjo (si dice che in Virginia tutte le famiglie ne posseggano almeno uno). Virtuoso del banjo e attivista per i diritti dei minatori del suo stato, Morgan O'Kane è un vero busker (suoantore di strada che vive grazie ai dollari lasciati dal pubblico) come lo era Reverend Gary Davis, che si è fatto le ossa suonando per le strade e piazze di New York (dove si è da qualche anno stabilito) come un banjo player indiavolato, posseduto dal blues cantando mountain ballads con la stessa intensità di un'altra leggenda del banjo old style, Roscoe Holcombe. Pendulum è il suo secondo album dopo Nine Lives, che ci presentava Mr. O'Kane in veste solitaria armato del suo banjo, del suo tamburello e dalla sua voce incatramata. Il combo che lo accompagna in questa seconda avventura comprende Ferd Moyse al fiddle, proveniente dai mitici Hackensaw Boys, Ezekiel Healy al dobro (sono il cuore del gruppo e a vederli dal vivo sembrano un impersonificazione di George Clooney, John Turturro e Tim Blake in "Fratello dove sei?") cui si aggiunge per l'occasione Leyla Mc Calla (appena entrata a fare parte dei Carolina Chocolate Drops) al cello. Sono presenti anche strumenti strani come valigie, cucchiai (Liam Crill) e il flugehorn (una sorta di tromba) oltre all'inossidabile banjo. Pendulum contiene 14 canzoni nude e crude capaci di farci immergere nella vera mountain music appalachiana, dall'hell raising foot stomper di Rain Rain alla delicata ballad Railroad Blues. Ci si muove tra blues ancestrali dal sapore sacro come Hello Soul, Remeber Me e Hold Your Fire e porch song strumentali come Penn Avenue. Con It Won't Be Long sembra di rivivere il mito dei 16Th Horsepower mentre con Turkish Canal sembra di entrare in un harem orientale con Ravi Shankar ad accompagnare Morgan al dobro. La sua voce, spesso urlata, mantiene quell'accento southern e quell'emotività tipica dei vecchi brani di blues rurale. L'unica nota forse negativa è l'eccesivo uso del tamburino, anche se ciò risale alla sua attività come suonatore di strada nella grande mela. L'approccio rimane quello di suonare delle porch song agli amici o ai familiari, in un ambiente raccolto ed intimo come accade negli stomper Hello and Go, nella title track o in Go Diving, cantata per l'occasione da Leyla e capace di lasciarci sfuggire qualche lacrima. La malinconica e triste Deep Mine ci ricorda della sofferenza dei minatori della Virginia mentre la finale Gold è una veloce old time ballad dalle tinte gotiche. Insieme con Charlie Parr, Wovenhand, Malcolm Holcombe e al compianto Jack Rose, Morgan O'Kane si conferma essere un altro picker capace di farci rivivere la forza e l'intensità dell'old time music, del blues rurale, dell'appalachian folk e delle mountain song. A volte piace chiamarlo gothic rock'n roll, tanto per accontentare i media! http://www.morganokanemusic.com/ www.facebook.com/morganokanemusic