Mouse On Mars 21 Again Aria di festa per i Mouse On Mars. St. Werner e Toma celebrano 21 anni di carriera – tanti ne sono passati dalla genesi dell’EP Frosch, debutto assoluto su Too Pure – e invitano amici e parenti per un’ora e mezza di colorata confusione electro. Aria di festa impacchettata in un doppio cd, che però si trasformerà in casino vero quando, per un paio di giorni (31 ottobre e 1 novembre 2014), i due saranno padroni di casa del festival appositamente organizzato all’Hebbel Theatre di Berlino. I primi auguri portano la voce di Mark E. Smith ed Elena Poulou (The Fall), già avanti di qualche bicchiere nel loro mix sbiascicato inglese-tedesco, e servono da incipit per una tracklist che in pieno stile freeform elettronico marcato MoM riesce a dispensare ibridi breakbeat, house, techno, pop e world-music senza che questi suonino mai discontinui o fuori contesto. Cercando le più diverse contaminazioni, il duo tedesco pensa questo album come un grande foglio bianco da dipingere a più mani. Ogni traccia, quindi, è il risultato di una collaborazione, di una sintesi di due gusti che si incrociano. Con Cavern of Anti-Matter si disegnano traiettorie di sintetizzatori liquidi sopra piste da ballo nu-disco (Fertilized, vicina alle declinazioni nordic di Prins Thomas, Todd Terje e compagnia), con Helado Negro si slegano ritmi house dai risvolti ispanici (Carca Jadas), con Atom TM si esplorano territori desolati di synth, vocoder e drum machine che ricordano certe cartoline firmate Air, 10.000 Hz Legend (Key My Brain). Il filone exotic, fatto di continui rimandi onomatopeici, innesti ritmici tribali, suggestioni post-baxteriane, così vicine a St. Werner e Toma (si veda alle voce Iaora Tahiti), viene ripreso in Queen Für Erschein (suonata assieme al batterista Dodo NKishi, da sempre coinvolto nelle produzioni MoM), NKANKA (con Yoshimio dei giapponesi Boredoms) e Ein Leben Wie Heu, dub electro-ragga di sitar e bleep sintetici (con Schlammpeitziger, aka Jo Zimmermann). I Junior Boys mettono sul piatto luccicanti maniere funk (Putty Tart), Laetitia Sadier scritture folk di attivismo politico anti-regime (My Toe Is On Fire), Matthew Herbert la sua magistrale abilità nella manipolazione della pasta sonora (Double Gum). Sponda Chicago, prima arriva il kraut-rock dei Tortoise (Shoe Fly), immaginifica diapositiva dall’oriente che si chiude tra gli ottoni e le chitarre in slide, poi Olivia Block (Pterion), inaspettato interludio di ambienti freddi e rarefatti. Le situazioni juke, footwork, wonky, sondate dal recente Spezmodia, vengono capitalizzate con i featuring di Machinedrum (Juice Clr 9), Funkstörung (Bon Djerry), Modeselektor & Mr. Maloke (Purple Fog) e Scratch Pet Land (Splymogym). Tanti nomi, tra endorsement espliciti e richiami ideali, per un tributo alla centralità dei Mouse On Mars rispetto alla scena elettronica globale degli ultimi due decenni. Jan e Andi avrebbero potuto sedersi in poltrona e confezionare un comodo best of. Invece, con 21 Again ci regalano un format fresco e imprevedibile, stimolante per chi l’ha prodotto, elettrizzante per chi oggi lo ascolta. www.mouseonmars.de