L'anno scorso Nabihah Iqbal è stata annunciata direttrice dell'edizione 2023 del più grande festival multi-disciplinare inglese, il Brighton Festival, definito, fino ad oggi, il suo "incarico curatoriale più grande, impegnativo ed eccitante".
DREAMER è una riflessione sulle sue esperienze nei primi mesi del 2020, quando il suo studio è stato svaligiato. Mentre la scientifica cercava le impronte digitali, sua nonna da Karachi la informava dell'emorragia cerebrale del nonno. Il giorno dopo Nabihah aveva preso un aereo per il suo Paese d'origine. "Andare in Pakistan si è trasformato in una benedizione sotto mentite spoglie", racconta. "Ha influenzato la mia prospettiva sulla musica. All'epoca, l'allontanamento forzato dall'intero scenario musicale a causa del furto si era rivelato frustrante, ma è stata la cosa migliore che potesse accadere". Nabihah ha trascorso quei mesi ricordando il motivo per cui faceva musica. È tornata alle origini e ha comprato una chitarra acustica e un armonium.
"Per la prima volta ho fatto musica con più pazienza", dice. "Di solito, quando si è produttori di musica elettronica si va in studio, si accende il computer e si inizia a lavorare su Ableton o Logic, si parte da lì. Io invece per anni ho deciso di non avvicinarmi a tutto questo, e in un certo senso sono stata costretta a questo approccio anche a causa del furto in studio e della permanenza in Pakistan, lontano da tutta la mia attrezzatura. Ho lasciato che le idee si sviluppassero nella mia testa".
Esplorando l'identità personale e il dolore attraverso la lente morbida della malinconia, l'album non ha un'identità sonora specifica. La sua estetica lo-fi si snoda lungo tutto l'arco dell'album, mentre riesce a passare da un brano all'altro senza mai sembrare disarticolata. Tornata nel Regno Unito, per finire l'album ha vissuto in Scozia e nel Suffolk, dove si è staccata da Internet scoprendo "tutte le mie emozioni e i miei sentimenti. Prima ero così triste e malata, ma quasi nessuno lo sapeva". È un progetto intimo e dolcemente giocoso, caratterizzato da una pronunciata malinconia, ma si intravedono spiragli di luce solare. In definitiva, segna un cambiamento, elevando il lavoro di Nabihah a nuovi livelli e aggiungendo nuovi colori alla sua tavolozza.