NATALIE MERCHANT "Ophelia" (Elektra) Intenso e malinconico, ambizioso e molto elaborato. Il secondo disco di Natalie Merchant arriva a tre anni di distanza da Tigerlily, l'album dell'esordio solista, nato dopo il divorzio dai 10.000 Maniacs. Le copie vendute di quel lavoro, circa quattro milioni, hanno valso a Natalie una discreta tranquillità e l'hanno convinta ad affrontare in piena libertà il progetto multimediale di Ophelia: film e canzoni, in un disegno che si nutre di teatro, danza, musica e quant'altro. In questa sorta di lungometraggio - per la regia di Mark Seliger e Fred Woodward - la Merchant si cala nei panni di sette personaggi differenti, tanto per soddisfare la sua incontenibile smania recitativa. Interpreta ruoli comici e drammatici, ma soprattutto, ed è quel che c'interessa in questa sede, dà vita e regala estro musicale ad un concept album. Disco bellissimo che, lontano da ogni citazione autobiografica, regala un'immagine quantomai significativa della Merchant compositrice e interprete. Per realizzarlo la cantautrice ha assortito un cast di trenta musicisti, chiamando al suo fianco ospiti illustri come Daniel Lanois (splendido il suo lavoro chitarristico in This As Thieves), il trombettista jazzy Chris Botti, il chitarrista africano Lokua Kanza ed il compositore avant garde Gavin Bryars. Natalie duetta anche con N'Dea Davenport, un tempo voce dei Brand News Heavies, con la cantante tibetana Yungchen Lihamo, con Karen Peris degli Innocent Mission e persino con la nostra Carmen Consoli, la cui voce disegna un cameo nella canzone che dà il titolo all'album. Musicalmente le dodici canzoni di Ophelia nascono da un'ispirazione complessa e danno corpo e quadro ad un fronte emotivo esplorato con estrosa lucidità. La maggiore varietà timbrica offre fortunate vie d'uscita all'impianto del folk-rock e suggerisce diverse prospettive alla scrittura che resta comunque uno dei punti di forza della cantautrice: la voce e l'intonazione fanno il resto. Confermano la Merchant quale unica e verosimile erede dell'indimenticabile Sandy Denny.