Album di debutto su Domino per Nérija, settetto formato da Nubya Garcia (sax tenore), Sheila Maurice-Grey (tromba), Cassie Kinoshi (sax alto), Rosie Turton (trombone), Shirley Tetteh (chitarra), Lizy Exell (batteria) e Rio Kai (basso), collettivo radicato su un forte rapporto di amicizia, in cui i cambi di tempo e stile fanno affidamento alla comprensione delle atmosfere, del temperamento e dell’espressione di ogni membro, una solida fiducia che si estende oltre i soliti confini tra musicisti.
Registrato ai leggendari Soup Studios di Londra e prodotto da Kwes, l’album cattura la freschezza, il calore, la gioia e lo spirito delle loro relazioni e performance. Uno degli obiettivi dell’album è quello di incanalare le sensazioni provocate dagli album di Teo Macero e Stanley Tonkel con il Miles Davis degli anni della Columbia, pensando al futuro come fecero loro, catturando il caos controllato e inquadrandolo con un’eleganza senza tempo.
Il disco è stato preceduto da un EP contenente brani che erano stati composti nel 2016. Il gruppo ha raggiunto un notevole amalgama, grazie anche alle innumerevoli esibizioni. Il bello della formazione risiede nell’intercambiabilità dei ruoli, non bisogna considerare solamente il tenore di Nubya Garcia oppure l’alto di Cassie Kinoshi. Anche gli altri elementi sanno porsi in evidenza in fase compositiva mentre il trombone di Rosie Turton contrappunta più di una traccia. La loro caratteristica principale rimane quella del suono d’insieme a cui non mancano di portare il loro apporto batteria e contrabbasso.
Non parliamo di free nè di jazz cosmico, molto in voga in questi ultimi anni, ma di una commistione che spazia tra afrobeat, funk e umori sudafricani. Un gruppo composto quasi esclusivamente da donne, per cui devono suonare molto compatte e dure molto di più di quanto accadrebbe ad una band maschile per essere prese in considerazione.