Non stupisce dunque che il nuovo full-length “Envoy Of Lucifer” sia in tutto e per tutto debitore a quegli “esperimenti” che negli anni ’80 fecero la fortuna di Bathory, Venom, Celtic Frost, oltre a una buona dose di thrash metal mitteleuropeo.
“Envoy Of Lucifer” è un album che non brilla per innovazione, questo è vero, ma da un punto di vista qualitativo si pone una spanna sopra tante altre release che in ambito estremo vorrebbero tacciarsi di “avanguardia” o ritrovati simili. Canzoni veloci e tecnicamente perfette irrorate da assoli di scuola classica e una voce maligna, quella di Hellbutcher, che si rende interprete di un panorama lirico a base di satanismo, guerra e orrori assortiti. Talvolta gli svedesi si lasciano tentare (con ottimi risultati) dal mid-tempo dal flavour Celtic Frost, tecnica che raggiunge il suo apice nella criptica “Raging Flames”, episodio giocato su dei rallentamenti epici e oscuri.
Immobilismo stilistico? Forse sì, ma non è semplice comporre grandi canzoni sfruttando una formula sonora obsoleta e i Nifelheim svolgono questo compito con incredibile naturalezza. Un ottimo disco che diventa un must per gli appassionati del genere.