In quella immensa fucina di gruppi, storie e note distorte che fu la nwobhm, molti gruppi lasciarono un segno indelebile nella storia del metal ed altri sparirono dalla memoria comune per semplice mancanza di qualità in termini assoluti, alcuni di questi però furono immeritatamente ignorati dalla grande massa della critica e degli ascoltatori nonostante si trattasse di realtà particolarmente interessanti ed in grado di dire la propria a livelli importanti. Una band che risponde a questa ultima descrizione può essere identificata con i Demon, i quali forse scontarono più di altri l’identificazione profonda con certe tematiche , l’appartenenza al rooster di una etichetta non in grado di supportarli oltre un certo limite ed anche la prematura scomparsa del chitarrista Mal Spooner. Formatisi attorno ad un nucleo di musicisti già attivi alla fine degli anni 70, i Demon arrivarono al primo LP nell’81, dopo un singolo edito l’anno precedente, (Liar). Introdotto da una cover che mostra un dipinto più che esplicito circa i temi Dark/Horror dell’album, esso proponeva canzoni tutto sommato semplici, abbastanza melodiche, con chorus molto catchy, discreti soli, (che comunque sarebbero risultati più maturi nel successivo e più conosciuto “The unexpected guest” ), con qualche influenza proveniente dalla decade precedente, ed una vocalità misurata e precisa che paradossalmente forse li ha ulteriormente danneggiati, dato che nella maggior parte dei casi a connotare la grande maggioranza dei gruppi dell’epoca ne faceva invece un uso aggressivo, con largo ricorso agli acuti. Un album che vede, dopo un intro relativamente slegato dal contesto, una distribuzione abbastanza equa di pezzi veloci e furiosi come “ Decisions”, “Night of the Demon”, “One Helluva night”, ed altri giocati sui mid-times come “Father of time”, “Liar” e “Big Love”, con una certa preferenza da parte mia per gli up-times. Un tipico, riuscito esempio di nwobhm, fatto per lasciare andare i muscoli del collo e darsi al buon , vecchio, sano headbanging che tanti colpi di frusta ha procurato. Un problema potrebbe essere rappresentato dalla difficile reperibilità del disco in questione, un po’ più comune il già citato “The unexpected guest”. Dopo una serie di cambi di formazione, scioglimenti e reunions i Demon sono ancora oggi vivi, hanno svecchiato molto il sound, e si apprestano ad affrontare un tour in Germania, da sempre la terra che gli ha riservato le maggiori informazioni commerciali assieme ad Inghilterra e Svezia.