Quando allora è uscito l’intero album “Painless“, NON-Spotify, che nella sua superiore intelligenza artificiale di qualcosa si sarà pure accorto, me lo ha messo, seppure in fondo, nella lista delle nuove uscite che potrebbero piacermi. E io me lo sono andato a scovare e lì ho perso ogni remora. Ora che ho 46 minuti e 12 tracce in cui perdermi, posso assaporarmi brani splendidi come shameless, chase me, midnight sun, trouble, try, anotherlife, in tutta la loro meraviglia “pop”, senza più la vergogna dell’ascolto fugace con connessa ansia che tutto finisca presto. E ho capito che ascoltare Nilüfer Yanya è come ascoltare Billie Eilish, che pure non è male ma non regge alla distanza e puoi sentirti più evoluto di quelli che ascoltano Billie Eilish.