“La nostra piccola guerra quotidiana” è il nuovo album della band veneta Nu Bohemien a quattro anni di distanza dal fortunato esordio “La consuetudine del sentito dire”. Il disco, registrato mixato e prodotto da Fed Nance (Federico Cavallini), già al lavoro con la band nel primo disco, sì è avvalso della collaborazione di Giovanni Ferliga (Aucan) che ha curato il mastering e di quella di Luca Romagnoli e Marco Di Nardo del “Management Del Dolore Post-Operatorio” che hanno contribuito alla scrittura e alla registrazione di un brano dell’album.
Digifile 2 ante E (con 2 tasche a scomparsa per inserimento cd e
“La nostra piccola guerra quotidiana” è un album che assomiglia al muro di un wc di un live club, pieno di colori, adesivi, scritte, foto, ritagli di giornali incollati. Un insieme di immagini, di storie quotidiane che raccontano di amori, sbronze, di sesso, di treni, di gente che arriva e gente che va, di università, di ricordi, di ansia, di te alla mattina in piedi davanti allo specchio a fare conti con te stesso. Il disco segna una decisa evoluzione nel sound della band e il superamento di quel sound elettro acustico che lo caratterizzava, aprendo la strada verso nuove sonorità elettriche ed elettroniche che nuotano in un mare di reverberi ed echi a nastro: tappeti di organi e sintetizzatori alla Gary Numan che si intervallano a chitarre che si ispirano a The Dandy Warhols o The Brain Jonestown Massacre. Un secondo disco più intimo e malinconico, ma che non manca, a più riprese, di toccare in maniera sofisticata temi sociali. Una scrittura, quindi, che evolve e si rinnova ma che rivela un impegno sociale a cui i Nu Bohemien non hanno ancora una volta voluto rinunciare.
A volte quel che pensiamo, quello che percepiamo è davvero distante distante dalla realtà. A volte si fa finta di non vedere, di non capire, per dire a noi stessi: va tutto bene.Mia figlia è perfetta, nella nostra famiglia va tutto alla grande.
C'è un' inquietudine di fondo dietro questa menzogna.
L'adolescenza come metafora di un mondo perfetto lascia spazio ad uno scontro frontale con la realtà, con la natura, con la vita e il corso degli eventi.
Il tempo che inesorabile non si ferma mai davanti a nulla, che non fa sconti e avanza velocissimo bruciando le tappe della nostra vita, portando via con sè anche molti dei nostri sogni di gloria.Tutto ciò concettualizzato in una storia di provincia.Una giovane ragazza, una gravidanza indesiderata che strozza la magia di un' adolescenza ancora da vivere.Me la ricordo tua sorella, una bella bambina di campagna come noi, che triste cosa, è cresciuta ormai, ha il sorriso malizioso di chi ha capito già tutto.
"La nostra piccola guerra quotidiana" è il titolo dell' album, è il concept dell' intero disco ed è la lente corretta attraverso cui leggere e mettere a fuoco anche questo racconto: fare i conti ogni mattina con se stessi, con il proprio passato, con le proprie esperienze di vita, con i propri dolori e gli anni che passano.
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