Sembrava che il percorso dei Nudge fosse destinato ad interrompersi per via delle carriere soliste dei suoi membri, sempre più avviati ad avere ciascuno un proprio profilo ben delineato. Detto che i Nudge comunque nascevano in origine come l’unione di tre personalità molto forti, ora nel 2009, con un inaspettato nuovo disco, la sigla rinverdisce i fasti del passato, facendo tesoro del tempo intercorso tra un disco e un altro. Il risultato è un album che raggiunge il suo scopo senza nemmeno sforzarsi e dove la personalità dei singoli membri vale comunque più della somma delle singole parti. Ergo Honey Owens domina incontrastata come una nouvelle Nico psichedelica e le trame soft da elettro-arredo immaginate da Brian Foote e Paul Dickaw traghettano le nenie umorali della chanteuse in direzioni sempre più lunari. Si snocciolano così , una dopo l’altra, passeggiate ultraterrene ed estremamente stilose (musica di arredo in tutti i sensi…) come Harmo, Two Hands, Aurolac. Un certo retrogusto anni ’90 non fa male e porta il trio in territori diafani ed eterei a metà tra Seefeel e Laika. A tratti si fanno anche prendere un po’ la mano e la Owens addirittura sembra fare il verso alla Sade dei bei tempi andati con gli echi e i riverberi sexy di Tito. Il disco si chiude in pieno languore psichedelico con Dawn Comes Light ricordandoci comunque che è pur sempre un disco targato Kranky. www.myspace.com/nudgetheband