Non occorreranno né accurata preparazione né speciale attenzione (e diremmo nemmeno particolare feeling) per dover riconoscere a questo lavoro, già dalle sue prime battute, impegno e qualità. Israeliano di nascita, elvetico di formazione, ora statunitense per collocazione, il tenorista Ohad Talmor ha rapidamente preso campo come attore di buona visibilità della scena USA, calcata insieme a nomi forti delle due ultime generazioni, coltivando uno speciale rapporto, adesso paritario, con il mentore Lee Konitz e, come nello specifico, portando avanti il flessibile progetto Newsreel, ensemble ad organico e vedute variabili, a rappresentare le sfaccettate curiosità e ispirazioni del protagonista. Cultore di fonti disparate, dalla pratica del flauto indiano Bansuri alla quadrature sinfoniche di Anton Bruckner, l'attivo Talmor si schiera con convinzione e mezzi tra quello spesso filone di musicisti non soltanto versatili ma soprattutto consapevoli dei flussi del cambiamento, pur fondandosi su una lunga fermentazione della più solida carpenteria della forma bop, ben strutturato, vissuto e "responsabile" come nell'introduttiva, konitziana Noor, autentica calata "in medias res" nelle visioni del nostro, operante già nella successiva Tabla Suite, a propria firma) una sciolta e motivante palestra di melting etnico non risaputo né di superficie, che attinge a livelli assai affini a prove quali ad esempio il recente, e altrettanto disinvolto e multilingue, Kinsmen di un Rudresh Mahanthappa. In una ragionata e significativa carrellata di momenti a firma di Talmor (non omettendo l'omaggio al seminale Coleman) nulla degli elementi appare velleitario o fuori posto, dall'editing creativo e mai sopra le righe, all'alternanza stilistica, rivelando la chiara perizia del solista, spartendo per equità i meriti almeno con la brillante tromba di Shane Endsey, oltre che con la sempre più felice versatilità del batterista Dan Weiss. Elemento di conferma delle elevate soglie di standard e riferimento della nostrana label Auand, forte anche delle studiate quanto vincenti eccentricità d'immagine del "nuovo corso" editoriale, che avvalora la lungimiranza e il talent-mastering del patròn Marco Valente, Talmor porta a compimento con Newsreel una nuova e vitale verifica dello stato del "jazz universale" in un'esperienza di valore, dalla fisionomia forte, sapiente e avventurosa. http://www.ohadtalmor.com/