"Who’s Who" Tornano sulla scena le Old, il trio femminile svedese che tra pop, elettronica e rap, con un nuovo Ep dal titolo Who’s Who in uscita un anno dopo il precedente All Ladies Die Youg. A primo impatto questo secondo lavoro sembra presentare un sound più caldo e più corposo, mentre nel primo disco andavano per la maggiore sonorità “scarne”, in questo secondo lavoro i suoni diventano più naturali e meno secchi, oltre che una maggiore attenzione per la melodia: il trio decide di avvicinarsi più al pop, una scelta vincente dato il risultato di questo secondo lavoro. Apre l’Ep Bird, è come una sorta di ninna nanna, la voce delicata e melodica si snoda abilmente su una base molto leggera, come se provenisse da un carillon; poi il pezzo cresce di potenza e fa il suo ingresso un synth più “aggressivo” e un beat più serrato, tanto che il pezzo cambia connotazione ritornando sulle sonorità del primo lavoro del trio. Ci troviamo davanti a un continuo alternare la dolcezza di una nenia a un beat più incalzante, il tutto in chiave molto melodica e dal suono avvolgente, un buon pezzo. Hormones parte con uno stile più “elevato”, con questi cori e questa specie di organo che ricorda le atmosfere da chiesa, in maniera leggera chiaramente dato anche il tema trattato; il pezzo si apre su cadenza più vintage, come se fosse un pezzo a metà tra il gospel e un dub di quelli più calmi, anche qui la melodia regna sovrana e il tutto viene trattato con questa vena provocatoria, sembra divertente parlare di ormoni e vita sessuale introducendo il pezzo come se fossimo in chiesa, molto azzeccato. Dude torna sulle sonorità più sintetiche del primo lavoro, la vena melodica è molto più accentuata, soprattutto nella parte vocale che risulta meno acida e più naturale, nonostante sia giocata su queste sonorità “innaturali” (nel senso di effettistica), questo forse è il pezzo più semplice del disco, il più vicino al precedente lavoro. Chiude l’Ep Personally, con questo sound quasi anni ’80, tra echi e bassi synth alternati a linee melodiche dai suoni saturi, giocate intorno a questo giro molto ballabile che ricorda la disco music. Un bel pezzo che da una buona carica, molto ballabile e molto melodico, il migliore del disco, si potrebbe azzardare; sembra proprio un brano d’altri tempi sia per la scelta di queste sonorità più vintage e sia per il breve solo di sassofono che rende il brano tremendamente old school, molto bene.