Ad anticiparlo le tracce I e II: la prima, che vede la partecipazione del leggendario Christer Bothén al donso n’goni a ingranare su spettrali quadrature modern jazz, mentre la seconda (accompagnata anche dal relativo video diretto da David Hartt) devia su un groove eterno à la Steve Reich, intarsiandolo di futurismi minimali, fraseggi elettroacustici e fantasmagorie à la Can.