Due album dal sapore grunge di Seattle per l’etichetta Vrec che pubblica in un breve lasso di tempo il disco dei veronesi Overdose “1991” (in lingua inglese) e quello dei pugliesi Ninfea intitolato “Superstite”. Per entrambe le band (rigorosa- mente in power trio) le influenze dei Nirvana sono palesi a partire dalle fotografie inviate, passan- do per l’artwork dei dischi fino alle tematiche affrontate e natu- ralmente il sound potente e chi- tarristico. “1991” degli Overdose fin dal titolo richiama l’anno d’oro del grunge quando la band di Cobain iniziava la scalata alle classifiche di tutto il mondo. 9 brani + una ghost track ricchi di enfasi, costellate di appellattivi trasgressivi, con forti richiami al sound di “Incesticide”. “This is my shit” e “Whore’s Ear” ben rendono l’immaginario catacli- smatico della band sempre pronto ad affondare il coltello su problematiche di disadattamen- to. I pugliesi “Ninfea” pur utiliz- zando l’idioma italiano che li col- loca sulla striscia di alternative rock tra Marlene Kuntz e Ministri, non si distanziano da sound e tematiche pur mante- nendo un suono più patinato che li avvicina al periodo “Nevermind”. Il vil denaro posto in copertina ad assillare il mana- ger ed il mondo nel complesso come panacea di tutti i mali ne sono la conferma insieme a brani dal forte impatto come “Veleno di seta” o “Massa spen- ta”. Con l’italiano i Ninfea sem- brano avere una marcia in più grazie a testi più ficcanti mentre gli Overdose hanno quell’appeal più scazzato ed estremo che li porta a fare una cover di “Brimful of Asha” dei Cornershop, vera chicca del pro- getto.