Vengono da Brescia e si chiamano Ovlov esattamente il contrario di Volvo, tornano dopo 4 anni dal convincente esordio, che miscelava la new wave e il pop con venature malinconiche, darkeggianti. Diciamo che questo “SoLo” non sposta di molto il baricentro, ancora una volta quello che loro sanno fare come si deve è stato scelto come leit motiv di una nuova raccolta: il secondo album, sorta di naturale prosecuzione del debutto. A maggior ragione se in cabina di regia a dare una mano c’è Andy Rourke reinventato artista tra dj set e produzioni, orfano da tempo del suo basso suonato con probabilmente il miglor gruppo brit, dopo i Beatles, della storia, i mai dimenticati Smiths di Morrisey e Marr; Rourke ha trasmesso agli Ovlov la sua esperienza, il suo background e il suo gusto personale, per altro molto vicino, credo proprio, ai gusti della band stessa, quindi il risultato non poteva che essere un piccolo trionfo. La voce di Luisa Pangrazio è sicuramente una delle migliori che abbiamo in Italia sul versante rock in gonnella, in primis perché lei è molto brava, carismatica e di talento, secondo perché il campionato in questione non arriva ad un minimo d’iscritti. Non ci sono rocker al femminile, poche, poche. Tante interpreti versione x factor, si brave, ma con poca personalità e sempre messe al servizio di un songwriting scarso e di maniera. Quindi Luisa come altre colleghe in questione sono un bene prezioso da tenersi stretto,stretto. Non nego che mi piacerebbe un giorno sentire questa voce abbinata a liriche in italiano, non tanto perché non si apprezzi la lingua d’albione, ovviamente è il contrario, semplicemente perché, ancora non ne capisco il motivo, ma i gruppi italiani che scelgono la via dell’inglese fanno un’immensa fatica, mentre progetti, anche altisonanti, che arrivano dall’estero o progetti discutibili con testi in italiano riempiono i locali con nonchalance, misteri si. Il disco come dicevo è un mix di tante cose, potrei citare, sempre per i pigri che non hanno voglia di muoversi, le sfumature della regina P.J. Harvey che aleggiano qua e là, passando per le neo rockstar XX o per gli amatissimi The Organ, materia che scotta ma rielaborata con personalità e bravura dal trio barra quartetto barra quintetto, se aggiungiamo oltre al citato e inaspettato Andy Rourke, anche Lorenzo Caperchi additional producer creditato di questo “Solo”. 10 canzoni che filano via lisce, emozionando, divertendo, coinvolgendo www.facebook.com/ovlovmusic