Paolo Rigotto Tabù Terzo splendido album per l'eclettico artista piemontese. Dopo "Corpi Celesti" ed il funambolico "Uomo Bianco", Paolo Rigotto confeziona un disco che rappresenta pienamente l'evoluzione artistica e letteraria dell'autore. Disponibile per l'ascolto in forma digitale sin dal 21 giugno, "Tabù" assumerà forma fisica il 21 settembre, data in cui molti avranno già potuto assaporare l'onda creativa che attraversa l'intero lavoro. Aggressivo e sapientemente dissacrante come sempre, Rigotto ci offre testi assolutamente folgoranti e colti nella loro puntuale descrizione degli aspetti grigi, infelicemente ridicoli e tragicamente amari che fondano il nostro vissuto quotidiano, saldamente supportati da basi armoniche potenti, genialmente fruibili ed accattivanti e, rispetto al passato, molto più decisamente rock. Ottimo l'impatto sonoro. Produzione che esalta il valore insito nei brani sapientemente arrangiati e splendidamente cantati e suonati. Dall'iniziale Che devo capire? l'ascolto entusiasma ed emoziona e, cosa rara, fa pensare oltre che dare autentico piacere fisico. Brani come Sempre peggio o Niente da perdere o la straniante Vivalafrica conquistano per intelligenza, ironia e ardore sonoro. Il livello qualitativo è davvero alto. E' uno di quei dischi che si fa sentire ed amare dall'inizio alla fine per poi ricominciare. (Cosa) cerchi nel grano è assolutamente dirompente al pari della title-track e della abbagliante Lira di Dio. Ma ogni brano ha una sua pregnanza. Vale davvero la pena farsi un giro in rete per assaporare il gusto multisensoriale di questo lavoro ormai dilagante sulle varie piattaforme digitali o social network, grazie ad un entusiastico passaparola che rende ancora più sentita la prevista uscita in forma fisica che darà il via a tutta una serie di iniziative promozionali, prima fra tutte la presentazione live e l'inizio del vero e proprio tour che si preannuncia imperdibile. Con il leader alla voce e alla chitarra elettrica, vedremo sul palco Silvio Vaglienti alle chitarre e ai cori, Francesco Borello al basso, ai cori e a varie sonorità elettroniche e Elvin Betti alla batteria. Previste anche date in duo, con il solo Borello. Sono situazioni come queste e dischi come "Tabù" che ci fanno cogliere l'estremo dinamismo creativo e l'elevata qualità artistica che permeano larghi strati della produzione musicale italiana. www.rigotto.it