"Già bagnato da una pioggia di consenso alternativo militando nei Sister Suvi, il canadese Pat Jordache ha esordito lo scorso anno come solista nel formato minimal-retrò dell'audiocassetta, oggi ristampata sul più massificato e massificante (ancorché obsolescente) cd dalla benemerita Constellation. S'intitola Future Songs e ci costringe a spendere due pensieri circa un domani musicale all'insegna di cotanto do it yourself, un lo-fi fisiologico se vogliamo, stante l'ipotetica - e tutto sommato non improbabile - estinzione dell'industria con relativa polverizzazione del circuito produttivo e promozionale. I più bravi sapranno fare di necessità virtù. I previdenti già lo fanno, chioserebbe Pat. Il quale, tanto per tranquillizzare chi teme la scomparsa dell'invenzione sonora assieme al dileguarsi dei capitali, ha confezionato otto tracce sature d'insondabile mistero a bassa fedeltà. Ovvero, di noise wave popadelica e radiante, sfrangiata e vaporosa, cupa e frugale, bucolica e androide. Congetture allucinate e febbrili come i Joy division disegnati male di Salt On The Fields, tese e indolenti come lo Scott Walker strattonato Julian Cope di The 2-Step, insidiose e suadenti come la trepidazione Can di Phantom Limb. Echi da un'altra dimensione, dove il croonerismo è un miraggio lattiginoso e febbrile, dove il tempo e lo spazio sono il miraggio accartocciato d'un formidabile cazzone, come i Beach Boys sognati da Syd Barrett (con l'amorevole assistenza d'un Wayne Coyne prima maniera) di Song 4 Arthur, o i TV On The Radio prima intrisi di resina dub in Radio Generation e poi caramellati Mercury Rev nella conclusiva ukUUU. Pietruzza preziosa perché scabra, salda nel suo malfermo, scostante, sbandato splendore. www.cstrecords/patjordache www.myspace.com/mountainmanpatjordache