Cresciuta in una numerosa famiglia di origini ispaniche a San Antonio, Texas, Patricia Vonne Rodriguez ha assorbito le molteplici influenze della sua terra che hanno contribuito a rendere affascinanti le sue doti artistiche e quella capacità di esprimere una musicalità che congloba honky-tonk, rock'n'roll e radici mexican. Le sue aspirazioni e i suoi sogni l'hanno poi portata a New York City dove per un certo periodo ha fatto la ballerina, la modella e la corista. Dopo la parentesi a NYC, Patricia Vonne è tornata nel nativo Texas, questa volta stabilendosi ad Austin dove evidentemente le possibilità erano maggiori. Patricia si è fatta conoscere ad Austin e dintorni per aver aperto i concerti per due delle sue maggiori influenze, Joe Ely e Alejandro Escovedo, mentre ha stretto forti legami artistici con Tito Larriva, il musicista messicano cresciuto ad El Paso che fu leader di una interessante band roots-rock, I Cruzados. Patricia Vonne ha cominciato relativamente tardi a scrivere canzoni ma, a giudicare da questo suo debutto discografico, ha raggiunto una buona maturità compositiva. Tutti i brani di questo album infatti sono scritti da lei, alcuni in collaborazione con il chitarrista Robert LaRoche (ben sei), uno con il cantautore texano David Garza e uno con il fratello Robert Rodriguez, regista cinematografico che soprattutto con i suoi primi lavori indipendenti (“El Mariachi” su tutti) ha espresso delle doti originali e particolari. Il sound che si ascolta in questo disco è diviso tra echi country, rock e suoni messicani (in questo ambito la più riuscita è “Soleda”). “Won't Fade Away” mette subito le carte in tavola con l'appassionata voce di Patricia Vonne che guida una melodia di forte impatto su una base elettro-acustica robusta e brillante. La tagliente chitarra solista di Kirk Brewster caratterizza e trascina il brano nella sua parte finale. Uno degli highlights del disco. Da sottolineare per la loro affascinante struttura sono la bella “Shine A Light”, “Dance In The Circle”, la trascinante “Mudpies And Gasoline”, “Devotion”, la delicata ed acustica “Can You Hear Me” con la steel di Michael Hardwick, “Morning After” che non sfigurerebbe nel repertorio di Joe Ely e la border-story di “El Cruzado”. Patricia Vonne è senz'altro un personaggio da conoscere e che potrà riservare in futuro altre sorprese. Intanto chi volesse apprezzarla può visitare il suo sito web: www.patriciavonne.com