Sicuramente i Peter Pan Speedrock da Eindhoven (Olanda) sono una delle formazioni più vere, più concrete ed esagitate che mi sia capitato di ascoltare da un po' di tempo. Il loro quarto album arriva dopo la classica gavetta fumosa e indipendente alla Hellacopters, ma gli olandesi, senza scoprire nulla di nuovo umiliano letteralmente molti dei loro cugini scandinavi, recentemente assurti agli onori di una cronaca troppo famelica di "nuovo" per risultare attendibile e non opportunista. I punti di partenza dei tre bevitori-diventati-musicisti (sembrerebbe questo il percorso) sono i Motorhead, i Turbonegro e, in misura minore, la primissima Rollins Band. Riff grezzissimi, melodie spietate, chitarre che vogliono superarsi l'un l'altra, creando un deflagrante clangore. Il ritmo è altissimo, i testi un continuo inno agli eccessi e poi c'è la voce di Bartman, discepolo modello della Lemmy University. Ogni pezzo meriterebbe un commentino (magari la mastodontica Hellalujah! o la quasi speed Come On You), ma ciò che straconvince, qui, non è il potenziale singolo o la giusta intuizione, bensì una irriverente visione d'insieme della mitologia r n' r, a cui i Peter Pan si sono largamente ispirati per incidere il loro personale tributo a 50 anni di illegalità sonora. http://peterpanspeedrock.nl/ www.facebook.com/peterpanspeedrock