Cd di esordio degli svedesi Pretty Wild. Chiariamo subito: non ha il pregio dell’originalità. Nel complesso risulta un esercizio di stile, con riferimenti fin troppo palesi a Guns n’ Roses, Kiss, Motorhead, al conterraneo Malmsteen e a moltissimi altri. Prima ancora di inserire il Cd nel lettore, l’artwork della copertina ci ricorda quello dell’album “Lies” dei Guns, facendo presagire ciò che poi sarà. Ciò non toglie che i quattro ragazzi di Malmo abbiano capacità tecniche di rilievo e tutto il margine per definire uno stile personale. Se lo vorranno. La title-track “All The Way” apre il Cd. Un pezzo carico di energia che corre via agevolmente, facile da ascoltarsi, estremamente radiofonico, ma poco incisivo. Una volta concluso tutto è come prima. Stesso dicasi della seconda traccia, “Time”, brano che ci riporta ancora più indietro nel tempo, a gruppi hard rock anni ’80 stile Europe, chitarre veloci, batterie martellanti e orpelli vocali con urletti ultrasonici. Segue “Let The Good Times Roll” che risulta essere più caratterizzato dei precedenti, senza però scostarsi di tanto. Siamo ancora sul piano della radio-trasmettibilità assoluta e arrangiamenti ultra noti al grande pubblico. La quarta traccia è “Shockin’ teen”, il pezzo più scarso dell’intero lavoro, in cui si tentano delle impennate che però non riescono mai, facendo ricadere sempre il tutto sul piano dell’ovvio. Finalmente si arriva a “Dangerous” e “Take It Off”, decisamente i brani migliori, che pur conservando dei difetti di impostazione riscontrati nelle tracce precedenti, hanno però il merito di essere, se non proprio originali, perlomeno dei buoni tentativi di scostarsi da certi clichè. Sulla versione alternativa di “Let The Good Time Roll”, traccia numero sette, stendiamo un velo pietoso. Sin dal suo inizio non si desidera altro se non che termini il prima possibile. Arrangiamento decisamente scontato e noioso, da ballata rock che si sa come andrà a finire prima ancora di sentirla. Chiude una versione live della già citata “Dangerous” che mette in luce la solidità dei quattro anche sul palcoscenico, attraverso un brano che probabilmente, come detto, è il migliore tra quelli presentati. In conclusione; la “radiogenia” dei Pretty Wild potrebbe bastare da sola per farli arrivare alle grandi platee, ma, nel complesso, “All the way” non aggiunge né toglie nulla nel panorama hard rock internazionale. E’ però ben prodotto, cosa sempre e comunque apprezzabile, e mette in evidenza la capacità dei quattro musicisti, decisamente sopra la media rispetto a molti loro colleghi all’esordio discografico. Le chitarre sono graffianti e precise, il basso e la batteria non perdono colpi e la voce ha un’ottima estensione. Ci sono tutti gli ingredienti per avere un prodotto di ottima qualità nel momento in cui verranno abbandonati determinati (troppi!) stereotipi e affinate le doti compositive. www.myspace.com/prettywildrocks