Pro-Pain - Absolute Power Originalissimo forse non è, ma certo è che l'Alternative/Nu/Crossover e -più che altro- Hardcore metal o come diavolo volete chiamarlo di Absolute Power, nuova fatica dei Pro-Pain, è una bella mazzata sui denti. Forti di una ottima produzione, di un lotto di pezzi per la maggior parte di buon livello –niente capolavori, ma molte buone cose- ma soprattutto della giusta convinzione e della professionalità maturata nei lunghi anni di attività e del nuovo drummer Rick Alverson, autore di una buona prova, gli Statunitensi piazzano un colpo che ha tutti i requisiti per confermarsi alle orecchie di chi li ha sempre apprezzati e probabilmente in grado di procurare loro qualche nuovo fan in giro per il globo. Absolute Power si muove su coordinate chiare e nette, un album diretto come un uppercut al mento che non intende, (quasi), fare prigionieri. Perché quasi? Perché in almeno un caso affiora qualche più che evidente concessione al “ritornellone” di facile presa che potrebbe far storcere il muso agli irriducibili, (e mi riferisco in particolare a Gone Rogue (I Apologize)), ma nel complesso non si può certo sostenere che i Pro-Pain abbiano confezionato un lavoro moscio, anzi è proprio tutto il contrario. Il disco si apre con la rocciosa Unrestrained, e la voce del bassista e master mind Gary Meskil accompagna credibilmente l'assalto sonoro con il suo consueto tono cavernoso sia nelle classiche parti sporche che su quelle ben più rare, ma presenti, in clean. La seguente Destroy The Enemy è più prevedibile ed anche il chorus è meno fluido, ma non è affatto male. Ben più coinvolgente Stand My Ground, sia per il songwriting più azzeccato, sia per la presenza del Sig. Schmier, direttamente via Destruction. Da Road To Nowhere a Divide we Stand è una bella lotta per stabilire quale sia il pezzo più performante, ma è forse AWOL ad aggiudicarsi questo merito con il suo Hardcore semplice ed efficace. Fa eccezione la Hell On Heart , troppo influenzata dalle ultime tendenze e leggermente fuori contesto. Di Gome Rogue (I Apologize)) abbiamo già detto, si chiude dunque con il quadratissimo dittico Rise Of The Antichrist/Hate Coalition, robuste songs d'assalto pienamente nel mood di Absolute Power ed in generale dei Pro-Pain. Niente di nuovo sotto il sole, niente che non si possa collegare a questo od a quel disco di questo o quel gruppo o dei Pro-Pain stessi, ma l'album funziona e mantiene ciò che promette, ossia una forte scarica di adrenalina e la possibilità di lasciarsi andare ad un forsennato Headbanging per (quasi) tutta la sua durata. Tutto sommato non è poco.: www.pro-pain.com