Nell'Inghilterra degli anni '60 si muove una band dedita al beat più selvaggio in terra d'albione… la band si chiama Buster Summers e a guidarla nelle infuocate serate londinesi c'è una ragazza poco più che adolescente… il suo nome è Mary Birch. L'esperienza con i Buster Summers, consumata al fianco di gruppi come i Cream e la Jimi Hendrix Experience, è il primo tassello di una carriera estremamente vivace e variegata dai club inglesi alle tournée in Medio Oriente e in tutta Europa, il nome di Mary Birch tiene banco per oltre un trentennio. All'alba degli anni 70 il beat dei Buster Summers ultra apprezzati nella scena mod inglese, lascia il posto ad una nuova esperienza decisamente proiettata verso le nuove sonorità in sapor di psichedelica che stanno invadendo l'Europa… questa nuova avventura sonora, letteralmente gestita dall'incredibile potenziale di Mary, viene giustamente denominata Proud Mary… con questa formazione vengono incisi diversi singoli ed un album destinati a diventare veri e propi oggetti di culto da parte dei collezionisti di vinile… il disco Proud Mary è certamente una delle registrazioni più importanti e particolari dei primi anni 70, un prodotto in cui confluiscono influenze beat, jazz, soul, rythm & blues e sinfoniche, miscellanea decisamente coraggiosa in un momento musicale di transizione tra il beat degli anni 60 e le prime sperimentazioni destinate a caratterizzare il decennio successivo… La storia dei Proud Mary si conclude dopo una lunga tournèe in Europa ed Israele…buona parte della band ritorna inInghilterra mentre Mary Birch decide di fermarsi nella Svizzera italiana…Qui complice la vicinanza con l'Italia, ha modo di collaborare frequentemente con artisti del calibro di Adriano Celentano, Chet Baker, Sonny Taylor e con numerosi esponenti del jazz italiano ed internazionale… l'amore per il jazz la porta a frequentare assiduamente le numerose sessions che si tengono nei principali club italiani ed europei, nonché partecipare in qualità di ospite nei maggiori festival jazz…all'alba degli anni 90 viene contattata dalla radio della Svizzera italiana per collaborare all'interno della terza rete musicale in qualità di conduttrice per programmi riservati al blues, al jazz ed alla black music in generale.Da questa esperienza prende vita una formazione interamente gestita dalla radio svizzera denominata “Rete3 Connection” … con questa formazione, che presenta un repertorio di classici blues, r&b e soul, divide il palco insieme a Luther Allison ed altri grandi nomi della scena blues internazionale… nel 1992 viene invitata a partecipare quale rappresentante della Svizzera italiana, al Festival Eurovisivo della canzone, dove ottiene piazzamenti di rilievo grazie ai quali verrà poi nuovamente convocata per l'edizione dell'anno seguente… I riconoscimenti ricevuti fanno sì che sia proprio Mary Birch ad essere scelta per cantare l'inno nazionale del 1 agosto, festa nazionale svizzera trasmessa a rete televisive unificate… Ma gli orizzonti sonori che ha in mente sono un po' diversi e si concretizzano lavorando a fianco del chitarrista Maurizio “Mao” Forte, conosciuto ai tempi di “Rete3 Connection”…La provenienza della scena punk rock del chitarrista apre nuove contaminazioni alla proposta musicale di Mary che via via si fa più dura, abbracciando esperienze decisamente crossover dove il suo background blues, funk e soul si mischia alle distorsioni di estrazione tipicamente punk ed ai riff new-metal… si palesano però non poche difficoltà nel gestire una formazione stabile per affrontare questa nuova avventura sonora, di cui non rimangono purtroppo tracce registrate…A metà anni 90 Mary riprende le collaborazioni con la scena jazz italiana, incidendo due cd insieme a Lo Greco Bros, in assoluto una delle formazioni ritmiche più micidiali nel panorama italiano, esperienze che l'accompagneranno sino al nuovo millennio… con il cambio di secolo si crea l'alchimia a suo tempo già collaudata con Mao… abbandonato il terreno del crossover si impegnano lavorando su un territorio sonoro amato a dismisura da tutti e due: il reggae.Dopo decenni passati ad ascoltare dischi reggae, che siano farciti di ska, ro0cksteedy, dub o jungle poco importa, nasce Backyard, il nuovo cd… registrato al Mountain Studio di Montreux con l'apporto fondamentale di David Richards, già produttore dei Queen ed altre storiche band, questo album condensa un concentrato di reggae aperto alle più svariate influenze generando un sound decisamente particolare per il genere… il risultato è frutto di tutto il bagaglio di esperienza di Mary Birch e dai musicisti che l'hanno accompagnata in questo viaggio sonoro, con particolar menzione al lavoro svolto dalla violoncellista Nathalie Manser, che con il suo strumento contribuisce a creare un suono decisamente originale… Reggae, world music, dub e soul… tutto questo è Backyard…Nel 2005 Mary inizia a collaborare con i Mama's Pit e con loro partecipa alla serata di chiusura del Poggio Muella Blues Festival, da qui il progetto di un tour estivo che porterà Mary assieme ai Mama's Pit sui principali palchi di festival Blues europei...tutto questo è Mary. Nell'Inghilterra degli anni '60 si muove una band dedita al beat più selvaggio in terra d'albione… la band si chiama Buster Summers e a guidarla nelle infuocate serate londinesi c'è una ragazza poco più che adolescente… il suo nome è Mary Birch. L'esperienza con i Buster Summers, consumata al fianco di gruppi come i Cream e la Jimi Hendrix Experience, è il primo tassello di una carriera estremamente vivace e variegata dai club inglesi alle tournée in Medio Oriente e in tutta Europa, il nome di Mary Birch tiene banco per oltre un trentennio. All'alba degli anni 70 il beat dei Buster Summers ultra apprezzati nella scena mod inglese, lascia il posto ad una nuova esperienza decisamente proiettata verso le nuove sonorità in sapor di psichedelica che stanno invadendo l'Europa… questa nuova avventura sonora, letteralmente gestita dall'incredibile potenziale di Mary, viene giustamente denominata Proud Mary… con questa formazione vengono incisi diversi singoli ed un album destinati a diventare veri e propi oggetti di culto da parte dei collezionisti di vinile… il disco Proud Mary è certamente una delle registrazioni più importanti e particolari dei primi anni 70, un prodotto in cui confluiscono influenze beat, jazz, soul, rythm & blues e sinfoniche, miscellanea decisamente coraggiosa in un momento musicale di transizione tra il beat degli anni 60 e le prime sperimentazioni destinate a caratterizzare il decennio successivo… La storia dei Proud Mary si conclude dopo una lunga tournèe in Europa ed Israele…buona parte della band ritorna in Inghilterra mentre Mary Birch decide di fermarsi nella Svizzera italiana… Qui complice la vicinanza con l'Italia, ha modo di collaborare frequentemente con artisti del calibro di Adriano Celentano, Chet Baker, Sonny Taylor e con numerosi esponenti del jazz italiano ed internazionale… l'amore per il jazz la porta a frequentare assiduamente le numerose sessions che si tengono nei principali club italiani ed europei, nonché partecipare in qualità di ospite nei maggiori festival jazz…all'alba degli anni 90 viene contattata dalla radio della Svizzera italiana per collaborare all'interno della terza rete musicale in qualità di conduttrice per programmi riservati al blues, al jazz ed alla black music in generale.Da questa esperienza prende vita una formazione interamente gestita dalla radio svizzera denominata “Rete3 Connection” … con questa formazione, che presenta un repertorio di classici blues, r&b e soul, divide il palco insieme a Luther Allison ed altri grandi nomi della scena blues internazionale… nel 1992 viene invitata a partecipare quale rappresentante della Svizzera italiana, al Festival Eurovisivo della canzone, dove ottiene piazzamenti di rilievo grazie ai quali verrà poi nuovamente convocata per l'edizione dell'anno seguente… I riconoscimenti ricevuti fanno sì che sia proprio Mary Birch ad essere scelta per cantare l'inno nazionale del 1 agosto, festa nazionale svizzera trasmessa a rete televisive unificate… Ma gli orizzonti sonori che ha in mente sono un po' diversi e si concretizzano lavorando a fianco del chitarrista Maurizio “Mao” Forte, conosciuto ai tempi di “Rete3 Connection”… La provenienza della scena punk rock del chitarrista apre nuove contaminazioni alla proposta musicale di Mary che via via si fa più dura, abbracciando esperienze decisamente crossover dove il suo background blues, funk e soul si mischia alle distorsioni di estrazione tipicamente punk ed ai riff new-metal… si palesano però non poche difficoltà nel gestire una formazione stabile per affrontare questa nuova avventura sonora, di cui non rimangono purtroppo tracce registrate… A metà anni 90 Mary riprende le collaborazioni con la scena jazz italiana, incidendo due cd insieme a Lo Greco Bros, in assoluto una delle formazioni ritmiche più micidiali nel panorama italiano, esperienze che l'accompagneranno sino al nuovo millennio… con il cambio di secolo si crea l'alchimia a suo tempo già collaudata con Mao… abbandonato il terreno del crossover si impegnano lavorando su un territorio sonoro amato a dismisura da tutti e due: il reggae. Dopo decenni passati ad ascoltare dischi reggae, che siano farciti di ska, ro0cksteedy, dub o jungle poco importa, nasce Backyard, il nuovo cd… registrato al Mountain Studio di Montreux con l'apporto fondamentale di David Richards, già produttore dei Queen ed altre storiche band, questo album condensa un concentrato di reggae aperto alle più svariate influenze generando un sound decisamente particolare per il genere… il risultato è frutto di tutto il bagaglio di esperienza di Mary Birch e dai musicisti che l'hanno accompagnata in questo viaggio sonoro, con particolar menzione al lavoro svolto dalla violoncellista Nathalie Manser, che con il suo strumento contribuisce a creare un suono decisamente originale… Reggae, world music, dub e soul… tutto questo è Backyard… Nel 2005 Mary inizia a collaborare con i Mama's Pit e con loro partecipa alla serata di chiusura del Poggio Muella Blues Festival, da qui il progetto di un tour estivo che porterà Mary assieme ai Mama's Pit sui principali palchi di festival Blues europei...tutto questo è Mary. www.marybirch.com