Il titolo dell'album di esordio "Bello ma i primi dischi erano meglio", una frase fatta, una comunicazione inutile sulla musica, fa solo presagire l'assenza di significato che i Pugni Nei Reni vogliono comunicare con nove tracce, quasi tutte composte da testi con parole inventate.
Giacomo Fadini e Christian Paganelli rifiutano l'idea di affidare il messaggio ad una lingua impoverita, non in grado di riflettere la realtà. Lo fanno con classe e cognizione di causa, senza aver nulla a che fare col demenziale.
La scelta di utilizzare parole inesistenti non è da cercare nella volontà di mettere in evidenza la musicalità della voce bensì, dando un peso alle parole inventate, va nella direzione opposta: quella della comunicazione priva di significato come critica alla comunicazione stessa, come specchio del suo degrado.
Si arriva così ad un album che, senza una chiave di lettura, potrebbe sembrare un disco in inglese ma che in realtà è privo di un linguaggio codificabile e nonostante ciò più profondo di mille parole su misura.
Il video "Risposte di circostanza alle domande esistenziali di Jane Fonda", autoprodotto dai Pugni Nei Reni, è il fast forward delle immagini di Koyaanisqatsi (in lingua amerinda hopi, "vita disintegrata"), un documentario muto del 1982. Davanti alle immagini che scorrono veloci, un ballerino danza senza uno stile ben preciso, bagnandosi di esse. Un documentario muto realizzato per affrontare il tema della disintegrazione della condizione dell'uomo è come una canzone senza parole sensate realizzata per affrontare il tema della disintegrazione della comunicazione.