«Deep Dark Blue è un album sottomarino, forse è un album addirittura abissale. Il sound è oscuro e attutito, come se ci trovassimo in una sorta di culla, una bolla blu per l’appunto, un cocoon di mare nel quale avvolgersi per rigenerarsi e raggiungere serenità, ma il cui involucro trasmette anche energia».
Nato in seguito a un folgorante battesimo nel mare di Stromboli, dalle acque profondissime, dalle tinte talmente accese da ipnotizzare, Deep Dark Blue è un album di sofferenza e guarigione che comunque sia preserva e rafforza la carica destabilizzante di Morello. Lei stessa continua a raccontare: «A volte succede di vivere momenti di grande sofferenza, nel mio caso arrecati da problemi di salute di mia moglie. Ero “rotta dentro” e non sapevo se sarei tornata uguale a prima. Deep Dark Blue racconta come mi sono sentita e come vorrei ricostruirmi. Parlo tuttora della libertà di amare, per esempio, ma ho avvertito la necessità di parlare anche della sofferenza, perché legata a episodi della mia vita degli ultimi due anni, e ho cercato di farlo anche attraverso l’ironia, nel modo paradossalmente più gioioso possibile. Ha funzionato. Ecco perché questo è anche un album di guarigione».
In Deep Dark Blue ci sono anche degli ospiti importanti, a rimarcare di riflesso la caratura internazionale di R.Y.F. nel suo percorso in costante ascesa. Stiamo parlando di Moor Mother, Skin (Skunk Anansie) e Alos (aka Stefania Pedretti, già in OvO e Allun), unite da femminismo, queerness e attivismo politico, a rinsaldare affinità artistiche preziose alla luce dei tempi di nuova repressione che stiamo vivendo.