RAGE AGAINST THE MACHINE The Battle Of L.A. Da anni la band di Zack La Rocha ci ha abituati ad un suono unico e imitatissimo fatto di linee di basso metal-funk, di drop-outs strumentali a base di dub e di una batteria potente, secca e precisa. Non ci si poteva aspettare altro da loro. Ed eccoli, infatti, i nostri alle prese con il nuovo attesissimo album, che ripropone il suono di sempre, senza spostarlo di una virgola, ma lo fa con una classe unica. Questo è un disco che, per usare un vecchio termine, "rocka", e lo fa di brutto. Basta solo dare un'occhiata alla tracklist, "Guerilla Radio", "Calm As A bomb", "Sleep Now In The Fire", "War In a Breath" ed ascoltare la rabbia, sentire i denti digrignare per far scorrere l'adrenalina come un fiume in piena. Ma al di là di musica e parole urlate il vero sottinteso di questo disco e, direi, dell'intera attitudine dei Rage Against The Macine, è un'altro, più illuministico e più individualistico; cioè che la verità, la ragione non sono rendite di posizione, non appartengono in esclusiva a nessun gruppo, ma vanno conquistate volta per volta, col rischioso esercizio dell'intelligenza, senza tabù, senza miti; e che, per non correre il rischio di crearne di nuovi e diventare a nostra volta un po' troppo per bene bisogna continuare ad arrabbiarsi, anche a sorridere, e se capita a sghignazzare. E questo è l'impegno squisitamente morale da cui nasce la straordinaria quantità di invenzioni e di trovate, propria di una compattezza che non si lascia scorporare. Come al solito il nuovo lavoro dei Rage Against The Macine è un album da ascoltare tutto d'un fiato e alla fine, soddisfatti, dire tra noi: "possibile che non ce ne siamo ancora stufati"?