RAPOON ‘Fallen Gods (Cidar)’ (Staalplaat/Demos) Innanzitutto annotiamo qualche appunto storico, e lo facciamo affidandoci ai cari e vecchi libri di testo, senza censura alcuna...! Diciamo quindi che ‘Fallen Gods’ venne pubblicato nel 1994 con un package assai complesso, che fu la causa primaria della sua scomparsa dal mercato (per esaurimento scorte). ‘Cidar’ uscì contemporaneamente, sebbene lo si potesse ottenere solo ritagliando la copertina di ‘Fallen Gods’ e spedendola assieme a un DAT vuoto. Entrambi i titoli sono stati rimasterizzati e vengono proposti in una classica confezione con doppio CD e grafica in tema con le uscite di Rapoon, d’altronde è lo stesso Robin Storey a occuparsi di questo aspetto, essendo un quotato pittore (oltre ad aver militato per circa 15 anni nei Zoviet*France). In ‘Fallen Gods’ emerge la passione di Robin per la strumentazione (vasta quella da lui posseduta) e le musiche provenienti dall’Asia e dall’Africa nordoccidentale; influenze abbinate a strutture ambient/industrial, da intendersi come iterazione di loop ritmici, campionamenti, stratificazioni rumorose e parzialmente eteree. In alcuni frangenti (‘Sanctum’ o ‘Breathing Gold’) sussistono assonanze con quanto fatto dalla Projekt (ovvio che l’implicazione vada letta in senso opposto), mentre altrove (‘Iron Path’ e la title track) si potrebbe parlare di trip hop etno-percussivo (notevole il crescendo di ‘Valley’). In generale è proprio l’aspetto etnico a emergere, così come accade in ‘Cidar’, sebbene qui calino prima le tenebre, poiché ambient e riferimenti etnici vengono affiancati da un mood dark spettrale e ipnotico, evocando misteriosi scenari notturni orientali, che però godono di un clima scandinavo!