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RAUL MALO

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RAUL MALO Benvenuti al party di Raul Malo. Entrate, il sound è delizioso. Osservate come la musica latina e il pop animano la serata. Le romantiche ballate stanno coinvolgendo le coppiette appartate e i fiati da big band, fanno impazzire la gente in pista. Qualcuno sta riavvolgendo i tappeti, segno che questa festa potrebbe andare avanti tutta la notte. L’inconfondibile e seducente voce che si diletta nel miscelare tutti questi stili musicali, è pronta per le luci della ribalta, stavolta come solista. Raul Malo, già cantante solista di una delle più entusiasmanti band anticonformiste che siano esistite, appropriatamente chiamata Mavericks, sta per svelare il suo atteso album solista, “Today”. La grande notizia è che, non solo resta ben saldo a quello spirito creativo avventuroso proprio della band, ma ad esso fa raggiungere un nuovo livello, nella più travolgente raccolta di canzoni in circolazione. Facciamo un passo indietro e ripercorriamo qualche fase della sua carriera precedente. Raul Malo non solo era la voce, ma anche l’autore di “Dance The Night Away”, il grande successo dei Mavericks del 1998, ancora ben saldo nella memoria di tutti, come uno dei singoli più travolgenti degli ultimi anni. “Dance The Night Away”, faceva parte dell’album “Trampolene”, disco di platino durante la sua permanenza nella chart inglese, protrattasi per oltre un anno. I Mavericks, erano quei ragazzi partiti da Miami con un’idea anticonvenzionale della musica e che sfidavano il mondo suonando country, rock’n’roll, rockabilly, Tejano e ballate lounge – una scelta quanto meno inconsueta per un gruppo della Florida - con un’originalissima collection di cinque album, pubblicati nel corso degli anni ’90. Ne sono scaturite vendite per milioni di copie. A Nashville, non sapevano cosa pensare, ma tutti gli altri hanno capito al volo e li hanno amati incondizionatamente. Ora torniamo al 2002. Il progetto cui Raul lavora da tempo, è finalmente davanti ai nostri occhi e la lunga attesa è ampiamente ripagata. Dai Mavericks ad oggi, Malo non è stato certo a guardare, anzi, il suo nome è comparso in una miriade di progetti diversi tra loro e tutti affascinanti: da scrivere per Neil Diamond nel suo album del 1996 “Tennessee Moon”, a produrre la star del country K.T.Oslin, per non parlare poi di leggende come Rod Stewart, i musicisti di Elvis Presley, Scotty Moore e DJ Fontana, alle prese con cover delle sue canzoni. Finalmente, abbiamo un album tutto suo, una deliziosa raccolta di canzoni dal titolo “Today” che mantiene ciò che promette: riportare Malo al centro dell’attenzione, senza, nemmeno per un momento, compromettere la sua storica e innata sensibilità musicale. “Mi sono preparato per arrivare a questo per molto tempo”, dichiara Raul con sincerità. “Molte persone saranno sorprese dalla fine del progetto Mavericks, dal fatto che non suoniamo più insieme. Per me è una progressione naturale, è quello che doveva accadere. Sono ormai un paio d’anni che scrivo canzoni pensando ad un progetto solista”. “Today”, è prodotto da Malo e dal suo più caro collaboratore di Los Angeles, Steve Berlin, personaggio ampiamente apprezzato per essere stato membro dei Los Lobos e per il suo lavoro con i Faith No More, Paul Simon, Sheryl Crow e tanti altri. Tra i punti di forza di questo nuovo e avvincente percorso musicale, il carismatico remake con Shelby Lynne di “It Takes Two To Tango” - una cover del duetto tra Ray Charles e Betty Carter -, il singolo “I Said I Love You” e almeno quattro canzoni in spagnolo che riflettono le origini cubane di questo cantante nato a Miami. Il risultato, ha già fatto guadagnare una valutazione di ben quattro stelle e mezzo (su un massimo di cinque), dal Rolling Stone e fatto scrivere ad USA Today, “una gioiosa mistura di salsa, pop vocale anni ’60 e sparute chitarre martellanti”. “Ho conosciuto Steve per l’album “Los Super Seven” [Canto, 2001]”, racconta Raul. “Volevo lavorare con lui e con il pianista Alberto Salas [co-produttore di “Today”]. Perciò, incontrarli e collaborare con loro, osservare l’approccio e l’energia che il loro stile mi ha trasmesso, mi ha spinto a ricalarmi in quell’atmosfera e creare quel tipo di sound al mio disco. E’ stato così. Steve ha subito accettato con entusiasmo e ci siamo immediatamente messi al lavoro. Adoro il suo approccio nella musica, adoro come lui sente le cose”. “Steve è un tipo molto meticoloso, il che è importante, dato che io non lo sono per niente. Lui, non è quel genere di produttore che se ne sta seduto a sentire tutte le imperfezioni e che comincia a disintegrare ogni pezzo. Abbiamo voluto mantenere l’immediatezza e la naturalezza delle registrazioni e questo, secondo me, è già un segno della grandezza di un produttore. Se un producer ha la ‘sindrome del produttore’, è come se un critico criticasse il naso di Mona Lisa, o una cosa simile. Non vedi l’insieme del progetto e lui è in grado di avvertire subito la globalità del lavoro”. Il duetto esplosivo con Shelby, esce dai soliti schemi del country: “Avevamo alcune idee per quel pezzo. La maniera di cantare un po’ ‘vecchia scuola’ di Shelby è uno dei motivi che ci ha spinto a volere lei per quella canzone…a parte il fatto che lei è un’amica e che il suo stile ci piace da morire. La cosa buffa è che, quando l’ho chiamata per chiederle di cantare con me e le ho detto quale canzone avevo in mente, lei ha preso a cantarla al telefono e così ho pensato…ok, abbiamo fatto la scelta giusta!” “Ovviamente, è venuta in studio per registrarla, e mentre eravamo lì ad attendere i musicisti, abbiamo iniziato a cantare insieme e, inevitabilmente, quando io e Shelby siamo insieme, non si può mai prevedere che tipo di orientamento prenderanno le cose. Così ci stavano registrando, mentre provavamo il tutto e il pezzo era praticamente fatto. Ci sono delle piccole imperfezioni, certo, ma credo che ciò renda davvero l’idea del tipo d’entusiasmo che ci animava. Il messaggio è chiaro e non è da prendere troppo sul serio, sebbene sia una cosa seria: ci sono due cantanti veri che si divertono un sacco insieme ed è questo lo spirito che dovrebbe sempre esserci in questo genere di cose”. Sempre richiestissimo per il suo genio, Malo ha non solo il progetto Los Super Seven nel suo resumé, ma, anche Los Straitjackets, un singolare manipolo di musicisti di Nashville (indossano maschere da wrestling messicane sul palco), con Raul alla voce nell’album del 2001, “Sing Along With Los Straitjackets”, nel quale si è divertito ad interpretare la cover dei Los Bravos del 1996, “Black Is Black”. L’anno scorso, Raul ha anche co-prodotto un album del quale va particolarmente fiero, “Live Close By, Visit Often” di K.T. Oslin. Tornando al suo esordio solista, Malo trascorrerà molto tempo in UK - che è ormai una seconda casa già dai tempi dei Mavericks -, per promuovere “Today”. Riguardo all’argomento Mavericks, la band messa insieme alla fine degli anni ’80 con l’ex compagno di studi Robert Reynolds e che ha portato in giro per il mondo, raccogliendo ovunque grandi consensi, Raul vuole essere chiaro e dare una spiegazione ufficiale. “Lo scioglimento del gruppo, è avvenuto in parte per la nostra voglia di espanderci, di provare nuove strade, ma la nostra casa discografica era alquanto contraria a quest’idea. Era difficile come artista, restare ancorati ad una costrizione del genere e questa condizione per noi stava diventando piuttosto frustrante, perché io stesso volevo fare delle cose che non avrei mai potuto realizzare, almeno fino al perdurare del progetto Mavericks. Era quasi come sentirsi legato per sempre al destino dei Mavericks. Tra noi non c’è stata una specifica incrinatura, ma non era facile essere parte di un gruppo”. Quello era ieri. Questo è “Today”, un album pieno zeppo di sonorità diverse tra loro, come le influenze salsa e il pop vecchia maniera, realizzato con grande consapevolezza della tradizione. “Questo disco”, riferisce Raul con un luccichio negli occhi, “è quanto da tempo desideravo realizzare, un sogno diventato realtà”. UFFICIO STAMPA RICORDI Francesca.gentile@bmgricordi.com 02-88812219

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