Ray Mantilla's European Space Station Ray Mantilla - percussioni Piero Odorici - sax Nico Menci - piano Paolo Ghetti - basso Stefano Paolini - batteria L'esuberanza non fa certo difetto a Ray Mantilla abituato a considerare il palcoscenico, oltre che come spazio dell'esecuzione musicale, come vero e proprio luogo di teatro. Quando prende un assolo o quando incita i suoi musicisti, Mantilla è un grande showman. Anche quando non è seduto dietro le sue congas, Mantilla è un irrefrenabile istrione, con un tocco di divertito esibizionismo che sosteneva il «all the world is a stage». La musica e lo spettacolo, il ritmo e l'energia hanno scandito oltre quattro decenni di carriera al fianco dei nomi più illustri sia della scena jazzistica che di quella latin: Tito Puente, Art Blakey, Max Roach, Gato Barbieri, Charles Mingus e, se non bastassero questi, Herbie Mann, Bobby Watson, Cedar Walton, Muhal Richard Abrams, Ray Barretto, ecc … Nonostante fosse già un percussionista di riferimento, Mantilla ha atteso sino alla fine degli anni Settanta prima di dedicarsi con continuità a progetti propri. La documentazione della carriera di Mantilla come leader inizia infatti nel 1978 con la registrazione per la Inner City (il disco è oggi praticamente introvabile). Ma è nella prima metà degli anni Ottanta, con la creazione della Space Station, che Mantilla si impone come capogruppo. Più recente è poi la creazione della European Space Station e Jazz Tribe (praticamente una formazione all stars). Oggi a pochi anni dalla morte di Tito Puente , Mantilla continua la tradizione musicale del maestro con una vena latina più jazz e contemporanea. In collaborazione con Jazz...do it! www.mantillamusic.com