Richard Buckner è una delle figure più visionarie e sensibili dell'ultima generazione di songwriter americani, spesso paragonato a Leonard Cohen e Townes Van Zandt, già collaboratore di Calexico, Howe Gelb, Victoria Williams e Marc Ribot. È considerato dalla stampa statunitense come l'anello di congiunzione tra indie rock e tradizione americana, tra Mark Lanegan e Smog. Il cantautore texano arriva al Bronson con il suo decimo album, “Our Blood”, ancora su Merge, dopo cinque anni dal bellissimo Meadow del 2006. “Our Blood” è una raccolta di nove ballate sospinte dal vento della malinconia e di una quiete solo apparente. La bella voce di Richard Buckner è l'elemento chiave del fascino avvolgente di tutti i pezzi, soprattutto di “Traitor” e “Thief”, due brani di intensa forza espressiva. Anche la rigorosa essenzialità degli arrangiamenti (un'efficace interazione tra strumenti acustici e campionature) contribuisce a creare atmosfere soffici e intimistiche che, di tanto in tanto, diventano meravigliosamente impalpabili. www.richardbuckner.com