La voce più triste del rock, Robert Wyatt, ha pubblicato un nuovo disco. La malinconia della sua vocalità, aumentata dopo il tragico incidente che dal 1973 lo ha costretto su una sedia a rotelle, è diventata il marchio di fabbrica delle produzioni dell’ex batterista dei Soft Machine che, con intelligenza e caparbietà, è riuscito a reinventarsi una carriera di grande prestigio. Il suo nuovo album, Comicopera, è davvero bellissimo e nonostante la calma apparente, Robert appare molto emozionato (ed emozionante). L’opera verte a dimostrare una certa delusione dell’autore nei confronti dello sviluppo dei paesi occidentali, dei loro governanti e delle guerre. Il concept dell’album ha una struttura divisa in tre atti. Il primo, Lost In Noise, è costituito da cinque canzoni (molte scritte con Alfreda Benge, la moglie) dall’indirizzo piuttosto intimista, il secondo, The Here and the Now, verte invece su temi decisamente più politici mentre nell’ultimo, Away With the Fairies, Wyatt mette in atto una personale forma di protesta poliglotta cercando di evitare la lingua inglese che, dice, rappresenta la lingua dei paesi potenti. A dar manforte all’autore, una schiera di collaboratori illustri che vanno da Brian Eno a Paul Weller fino a Phil Manzanera. L’idea di dividere il lavoro in tre atti è dovuto alla diversa natura della canzoni incluse piuttosto che ad un reale concepimento operistico e difatti il titolo parla piuttosto chiaro sull’incerta seriosità dell’opera(zione). I pezzi sono tutti molto affascinanti con molte composizioni originali ed anche qualche repêchage illustre come l’iniziale Stay Tuned (di Anja Garbarek), le celebri note Del mondo dei CSI adagiate alla Cancion de Julieta di Garcia Lorca e Hasta Siempre Comandante (da Maurizio Camardi). Come al solito Wyatt realizza un album in totale libertà, con emozionante rigore e, come da sua famosa condizione sine qua non, con la compagnia di molti amici (oltre ai già citati anche Gilad Atzmon, David Sinclair, Annie Whitehead e la moglie Alfreda) coi quali diventi facile condividere passioni e sentimenti. Comicopera si presenta, in questo senso, come un tassello in più nella carriera e nella vita di un uomo che ha fatto dell’ innovazione e dell’avanguardia un bagaglio da consultare nei momenti in cui la strada diviene troppo semplice e spianata. Un mondo fatto di colore e di grande musica dove vivono Mingus e Duke Ellington, dove l’importante è suonare e non saper suonare, dove il cuore parla per noi e dove l’anima traduce qualsiasi movimento delle mani e dove gli strumenti sono, una volta tanto, rispettosi della propria etimologia muovendosi come veicoli delle emotività di chi li suona. Un album straordinario, tra i migliori dell’anno, che vi consiglio di avere sempre a portata di mano. www.strongcomet.com/wyatt