“Water Dreams” è un disco che dimostra però una grande crescita per Robin: l’espressività si fa più coesa, lo stato d’animo generale trova corrispondenza in un abito musicale definito e suggestivo. Arpeggi spettrali per narrazioni gothic-folk (“Headless Sheep”); tormentati, dinoccolati tocchi al pianoforte alleviati dal violoncello di Bindschedler (la Stevens-iana “Your Best Advice”); il dualismo acustica-pianoforte del disco mette in luce il dualismo tra le possibili muse della Bacior, l’ultima Alela Diane (di cui condivide l’interpretazione insieme dimessa e carismatica) e Nona Marie Invie (“Under Knees, Understand”), la cui crescita artistico-esistenziale espressa in “Who Needs Who” è rispecchiata in questo “Water Dreams”.
Emerge, nel corso del disco, anche l’apporto per nulla comprimario di Bindschedler, vera seconda voce di “Water Dreams” e ispiratore degli intermezzi e delle chiusure più epifaniche dell’album (“Smoke Screen”, indimenticabili le staffilate della title track, l’emozionante, Muhly-iana “Kind Of Light”).