“Seven Dials” è il suo album più personale e riuscito, dove l’artista non cerca invano di riagguantare il fascino della gioventù ma al contrario esibisce tutto il piacere sottile della maturità. Disilluso dalla politica e lontano dagli inganni di una rivalsa nazionalista, Roddy ama ricordare la sua Scozia al suono dei T-Rex, guardando vecchi film di Starsky & Hutch, e sorride pensando che aver smesso di bere e consumare droghe gli ha restituito l’arte di scrivere canzoni. La presenza di Edwyn Collins (l’album esce sulla sua etichetta personale) rinnova la vecchia amicizia tra i due ex-ragazzi prodigio scozzesi: non stupisce alfine che la produzione del disco sia così perfetta e calibrata, anzi quasi maniacale nella cura dei dettagli strumentali e vocali. Si racconta che Roddy abbia, per esempio, registrato più volte “On The Waves” nel tentativo di eliminare un impercettibile fuori tempo della voce.