Samsas Traum è sicuramente uno dei progetti più particolari ed esilaranti che il gothic metal teutonico (ovviamente considerando questa corrente nelle sue più ampie accezioni) abbia mai conosciuto. Nata dalla misantropica, isolazionista e autodistruttiva verve del mastermind Alexander Kaschte, la band se ne esce in questi giorni con l'ennesima e pomposa pubblicazione, grazie al supporto della Trisol, etichetta da sempre lungimirante dal punto di vista della promozione. A tre anni di distanza dal finemente elaborato e benaugurale opus "A.Ura Und Das Schnecken Haus", il lunatico Kaschte si ripresenta al proprio pubblico con ben due dischi in contemporanea: "Wenn Schwarzer Regen" e "Heliges Herz" (del quale ci occuperemo in questa sede). Se dalle note biografiche apprendiamo che "Wenn Schwarzer Regen" riproduce le tendenze più acustiche ed atmosferiche di Samsas Traum, l'album in questione si prende invece gioco dei fan dell'ultima ora, facendo passare in secondo piano la componente elettronica e dimenticandosi totalmente di unire i propri onnipresenti e violenti muri di chitarre elettriche ad un qualsiasi strumento sinfonico. Il risultato? Un prodotto fine a sé stesso ed elitario, al limite di certo black metal dalle vaghe reminiscenze industriali, che, seppur contraddistinto dall'inconfondibile estro del Nostro, difficilmente potrà interessare qualcuno che non faccia già parte degli aficionados o dei completisti della band, troppo impegnato com'è a voler suonare 'cattivo' a tutti i costi. Vi segnaliamo che l'edizione definitiva di questa release conterrà un bonus disc nel quale figureranno remix ad opera di artisti rinomati quali Pain, :Wumpscut:, Monozelle, PAL, L'Âme Immortelle, In Strict Confidence ed Ingo Römling, nonché alcune chicche estrapolate dagli archivi musicali apparentemente senza fine di questa creatura; la copia promozionale in nostro possesso non ci ha dato tuttavia occasione di valutare questi elementi, ad esclusione del remix in chiave electro-rock di Peter Tägtgren, che, dopo ben 11 tracce, giunge quasi come una manna dal cielo. Per quanto riguarda la tracklist originale dell'album, possiamo dichiarare con sicurezza che non basta un militaresco spiegamento di forze (sia tra gli strumentisti che tra i produttori possiamo scorgere nomi illustri della scena metal, come il batterista ex-At The Gates Adrian Erlandsson e Frederik Nordström, già al lavoro per Dimmu Borgir, Opeth e Dark Tranquillity dietro alla consolle) per risollevare le sorti di un lavoro talmente manieristico da risultare addirittura molesto nei confronti di coloro che hanno apprezzato le ultime uscite della band. Purtroppo tra i dodici brani si salvano solo la melodica e semi-pacata "Liebeslied" e la title-track, tratta in salvo dal gotico ed emotivo apporto della dolce Diana Lueger, ma anche qui non troviamo nulla che faccia veramente gridare al miracolo. Chissà, forse Alexander Kaschte sentiva proprio il bisogno di risultare antipatico ai più mentre componeva queste canzoni, pensando magari di tributare i Darkthrone ed i loro fans... Noi, che siamo abituati a ben altre sonorità, non ci sentiamo di valutare le sue aspirazioni, ma nemmeno di salvare un disco che, nella vasta discografia di un valido compositore, non ha quasi neanche una misera credenziale per poter essere apprezzato e ricordato nel tempo. www.samsas-traum.info www.myspace.com/samsastraum