Un incontro davvero speciale tra due grandi artisti: lei celebre voce del soul britannico, di grande successo internazionale, soprattutto nel nostro Paese; lui chitarrista di scuola italiana, molto apprezzato in Gran Bretagna dove vive da tanti anni, considerato tra i dieci chitarristi più celebri al mondo. A unirli è stata l’Africa, con le sue straordinarie sonorità ma anche con le sue tragiche contraddizioni. Un incontro nato per caso, come racconta Sarah Jane Morris: “Non ci conoscevamo ma stavamo registrando nello stesso studio a Londra. Io stavo lavorando al disco Bloody Rain dedicato alla musica africana, e Antonio invece a Sketches of Africa. Da lì, il passo per capire se riuscivamo a fare qualcosa insieme è stato breve.”
Il disco è uno dei lavori "più naturali e immediati" che abbiano realizzato finora nella loro carriera, è il risultato di una fruttuosa collaborazione nella stesura delle canzoni che racconta la tragedia dei migranti nel mar Mediterraneo (The Sea), della violenza sulle donne (Comfort Zone), dell'insicurezza sul futuro (Bare my Soul), della speranza nell'amore (Awestruck) e propone interpretazioni molto originali dei brani celebri di Bob Dylan (Blowing in the wind), Stevie Wonder (Superstion), Sting (Message in a Bottle).
Musicalmente il disco – spiega Antonio Forcione – “non è solo jazz, nè solo blues, nè solo pop. È come se fosse la summa di tutte le nostre esperienze musicali. Di certo, nonostante i paragoni eccellenti con Janis Joplin, Tom Waits e Jimi Hendrix con ‘Compared to what’ non cerchiamo confronti. È il nostro modo di affermare che noi siamo noi. Sono gli altri che hanno bisogno di incasellarci, anche se è veramente difficile costringerci in una categoria". www.sarahjanemorris.co.uk