Emma Louise Niblett (nata il 29 September 1973), meglio nota col nome Scout Niblett, è una cantante, cantautrice e polistrumentista inglese. Niblett ha debuttato nel 2001 con l'album Sweet Heart Fever e ha realizzato altri 4 album nei successivi nove anni, collaborando con artisti del calibro di Steve Albini, Chris Saligoe, Will Oldham e Kristian Goddard e affermandosi come una delle autrici più ispirate, viscerali e significative della sua generazione. “It's Up To Emma” colpisce per lo stile crudo, aggressivo, senza filtri e mediazioni ed esprime quella visceralità diretta che caratterizza tutti i lavori della Niblett. Di origini inglesi, ma di base a Portland, questa cantante produce ora uno dei meno rassicuranti break-up album degli ultimi tempi: devastante, ma senza la dolcezza della nostalgia. È guardare un incendio, è buttare giù le mura di un appartamento, con il dolore delle schegge conficcate nel palmo della mano, è comprare una pistola per uccidere il proprio amore (“Gun”). Ma ancora di più: è la fine che non lascia la possibilità di aggiustare le cose, “It's up to Emma” è doloroso come sopravvivere alla distruzione e capire che alla fine si andrà anche avanti. You took your love away from me | and I am thankful, everyday, dice nella prima traccia, You can't fool me for too long in quella successiva, anzi we fool ourselves for too long, che è probabilmente peggio. È questo il problema, sopravvivere agli edifici fino a vederli diventare rovine, vedere che le relazioni vanno avanti senza significare altro, che le persone tornano, ma forse non vuol dire niente. Che forse il peggio non è farsi distruggere, è non provare più niente. Di questo parla “It's up to Emma”, suonando a metà strada tra le Pj Harvey e Cat Power degli anni '90, quelle di “To bring you my love” o “Rid of me” e “Myra Lee”. Intanto Pj Harvey e Cat Power hanno spostato le loro sonorità altrove, mentre Scout (il nome viene da “Il buio oltre la siepe”) ci ricorda una stagione che forse non è mai passata. A metà del disco appare poi una cover bellissima di “No scrubs” delle TLC, minimale e dolorosa – con il suo No, I don't want your number | I don't wanna give you mine | I don't wanna meet you no-where | I don't wanna waste my time, che si afferma come uno dei brani migliori dell'album. www.scoutniblett.com