FINNTROLL “Midnattens Widunder” (Spikefarm/Audioglobe) SCREAM SILENCE “To Die For...” (Moonstorm/Audioglobe) SINNER “The End Of Sanctuary” (Nuclear Blast/Audioglobe) I finlandesi Finntroll si vanno a collocare in quella porzione di terra musicale dove si sta cercando di far convivere una parte di pubblico proveniente dall’emisfero metal e un’altra con alle spalle un background folk o comunque formato da suoni tradizionali. A partire dai capostipite Skyclad, non sono mancate le formazioni impegnate in una simile commistione, che ha sovente generato ibridi inascoltabili o gruppi con una marcata impronta metal e quindi impossibilitati ad attrarre chi invece è legato al folklore celtico, gitano, orientale o mediterraneo che sia. Anche nel caso dei Finntroll è chiaro che, vuoi per i trascorsi (Thy Serpent, Barathrum, Rapture, ecc.) vuoi per l’impostazione data alle nove composizioni, i primi e unici a essere richiamati saranno (salvo rare eccezioni) coloro i quali hanno un cuore pulsante di nero metallo, però ciò non toglie che l’album debba avere almeno un minimo di dignità qualitativa, il che non avviene e a me non resta che decretarne l’insufficienza. Non posso credere che quelli di Orkus (notissima rivista tedesca dedicata alla scena dark-electro-goth-industrial) abbiano avuto il coraggio di assegnare al debutto degli Scream Silence il ruolo di disco del mese e di omaggiarlo con un 9.5 assolutamente esagerato. Andando avanti di questo passo si mortifica il significato stesso della critica In certi casi non c’è gusto che tenga, poiché occorre rendersi conto che i quattro volenterosi ragazzi teutonici, pur non demeritando e pur interpretando con passione il loro onesto metallo oscuro (tra Dreadful Shadows, Tiamat e Sisters Of Mercy) non sono affatto imprescindibili, fantasmagorici e geniali come vorrebbero farci credere, il che mi pare evidente, credetemi! Così come dovete credermi se vi dico che “The End Of Sanctuary”, quattordicesimo capitolo nella storia dei Sinner (capitanati da Mat Sinner e ormai “in pista” da quasi vent’anni), è infarcito di luoghi comuni e dei vari stereotipi che hanno fatto la fortuna (per certi versi) dell’heavy metal power melodico (in questo caso mescolato con un hard rock di scuola Deep Purple o AC/DC). Nonostante ciò avverto più sincerità, onestà di fondo e pure parziale piacere nell’ascolto tra queste 12 tracce che non in mille lavori degli Hammerfall o degli ultimi Stratovarius, gente ormai abbagliata dalle chimere del guadagno facile!