A chiudere sarà il batterista di Nagasaki Seijiro Murayama, con una performance in solo come sempre basata su un kit percussivo minimale da cui riesce sorprendentemente a trarre una gamma timbrica estesa e ricca di sfumature, e una massa sonora impressionante. Il suo lavoro si concentra in particolare sulla commistione tra la musica e le altre arti: la danza (Catherine Diverrès), video (Olivier Gallon), dipinti (Francesco Bidault), foto (Purpose.fr), la letteratura, la filosofia (Jean-Luc Nancy, Ray brassier), performance (Diego Charny) etc. Ciò non impedisce di avere molti progetti puramente sonori (con Jean-Luc Guionnet, Pascale Criton, Eric La Casa, Axel Dörner, Toshiya Tsunoda). Per lui l'improvvisazione è la maggiore preoccupazione artistica, anche davanti a platee che non hanno confidenza con questa pratica.